I benefici del Tai Chi di Liliana Atz

Movimenti tranquilli, armonizzati con il respiro, morbidi, fluidi, ora tutto a un tratto energici per poi ritornare morbidi. Per molti secoli il Tai Chi Chuan rimase segreto e insegnato esclusivamente all’interno di alcune famiglie, a pochi allievi privilegiati, ma tra la fine dell’Ottocento e la prima parte del Novecento esso venne diffuso in tutta la Cina, soprattutto come metodo di ginnastica per la salute. Il successo fu enorme e milioni di cinesi oggi praticano regolarmente questa forma di esercizio fisico, che viene considerato uno dei mezzi migliori per mantenersi in salute e diventare longevi. Il Tai Chi è un’arte di sviluppo graduale del corpo-mente attraverso la quale si può migliorare la propria energia fisica e mentale ed aumentare il proprio benessere. Attraverso la ricerca dell’armonia degli opposti, l’equilibrio fra le forze positive e negative (Yin/Yang) e il contatto con l’energia alla base dell’universo, il Chi, il praticante sviluppa ed incrementa la propria energia interna. Non si sa esattamente quando e da chi sia stato inventato. La leggenda racconta che, attorno al 1200, il monaco Chang San Feng, osservando un combattimento tra un serpente ed una gru notò come i movimenti lenti e flessuosi del serpente riuscissero a schivare i colpi secchi e precisi del becco della gru. Chang concluse che il rettile aveva la meglio perché era più sciolto e più concentrato dell’avversario. Su questi principi egli sviluppò la nuova disciplina. Lo spirito autentico del Tai Chi è infatti proprio l’unione tra il corpo e la mente: i movimenti dolci del corpo vengono guidati dalla concentrazione sull’energia interiore (Chi). Da questo punto di vista il Tai Chi è complementare ad un’altra disciplina, ormai molto nota anche da noi, il Chi Kung, che significa “capacità di condurre e far circolare l’energia interna (Chi)”. La sua struttura è tale che chi osserva la pratica del Tai Chi può solo captarne la forma superficiale, non riuscendo a cogliere gli aspetti profondi di lavoro sul corpo, sul respiro e sulla mente. Queste tappe non sono separabili perché si riflettono l’una nell’altra: il corpo si rilassa, la respirazione rallenta il suo ritmo e diventa più profonda, la mente si svuota dai pensieri, ansie, preoccupazioni. Questo stato diventa una meditazione in movimento e qualcuno ha definito questa pratica “yoga cinese”. Anche il nome Tai Chi Chuan, ovvero “pugilato dell’estrema/suprema polarità” si riferisce a queste concezioni filosofiche e viene definito a tale proposito un’arte marziale interna. Numerosi sono i benefici per la salute che si riscontrano già dopo pochi mesi di pratica: miglioramento del tono e dell’elasticità muscolare, aumento del senso dell’equilibrio, diminuzione di cervicalgie e altri disturbi della colonna vertebrale. La respirazione calma e profonda migliora poi l’efficienza del sistema immunitario e dell’apparato cardio-respiratorio, rilassando la mente e favorendo la diminuzione di ansia, nervosismo e insonnia. Il Tai Chi interpretato alla luce delle ultime scoperte della scienza occidentale agisce sulla struttura cerebrale. Il cervello si suddivide in tre parti: la neocorteccia, il cervello mammifero e il cervello rettiliano. La neocorteccia, o cervello umano, in quanto è stata l’ultima parte del cervello a svilupparsi, si suddivide in due metà: a sinistra l’emisfero sede della logica, del ragionamento razionale e del linguaggio e la destra, sede della creatività, dell’intuito. L’armonizzazione che la pratica olistica (1) del Tai Chi apporta a livello cerebrale è documentata dalla psiconeuroendocrinoimmunologia. La PNEI è la nuova scienza che racconta come mente e corpo comunichino e regolino l’equilibrio del nostro organismo e il nostro benessere attraverso un dialogo ormonale a base di neuropeptidi, citochine a altre sostanze attive, influenzando potentemente l’attività del sistema immunitario. Tecnica marziale, disciplina per il benessere, meditazione in movimento, disciplina evolutiva, il Tai Chi sta ottenendo un grande successo in tutto il mondo. Centinaia di studi sono stati effettuati in questi ultimi decenni. Uno, recentissimo, pubblicato sulla rivista “American Journal of Health Promotion”, condotto da ricercatori dell’Arizona, conferma come la pratica del Tai Chi sia benefica per la salute dell’organismo e offra benefici psicologici migliorando la qualità della vita in generale. Lo studio sull’efficacia del Tai Chi in persone affette da artrite reumatoide ha evidenziato come la sua pratica presenti un significativo beneficio per i movimenti delle gambe e dell’anca. (cit.2) Neurologi e riabilitatori israeliani hanno sperimentato gli effetti del Tai Chi su persone colpite da ictus, registrando nei praticanti un netto miglioramento nel recupero delle funzioni generali e nelle relazioni sociali. (cit.2) Medici della Harvard University hanno aggiunto alla terapia farmacologiab la pratica del Tai Chi in persone con gravi problemi cardiaci, come l’insufficienza cardiaca cronica. Il gruppo del Tai Chi ha registrato un netto miglioramento nella qualità della vita, misurata con apposita scala, e anche nella capacità di movimento senza affanno. Studi precedenti avevano dimostrato, peraltro, un positivo effetto del Tai Chi sulla capacità respiratoria e cardiovascolare.(cit.2) Un gruppo di oncologi della Università di Rochester, nello stato di New York, hanno utilizzato il Tai Chi come supporto psicologico per donne che avevano subito il trattamento standard per il cancro al seno, registrando un miglioramento nella qualità della vita e nell’autostima nettamente superiore al gruppo che aveva ricevuto solo un supporto psicologico. (cit.2) Infine, studi controllati su anziani hanno documentato un netto miglioramento nella qualità e quantità del sonno e un significativo incremento della flessibilità e dell’equilibrio, documentati da una diminuzione delle cadute. (cit.2) Concludendo con una frase del maestro Yang Cheng Fu: “Chi può unire l’esterno con l’interno può anche realizzare l’unità integrale del suo essere”. Glossario:Olismo: posizione filosofica secondo la quale la natura, il comportamento e le proprietà di un sistema non possono essere ridotti alla somma delle parti, ma sono dovuti anche ad altri fenomeni o enti, come ad esempio le relazioni che si creano tra le parti del sistema. Bibliografia: (cit.2) :Citazioni da articolo di Francesco Bottaccioli, estratto dal sito – www.simaiss.it Tai Chi Chuan e meditazione – Da Liu – Ubaldini Editore; Fondamenti di Tai Chi Chuan – Grandi/Venanzi – Luni Editrice. Pubblicato su: Scienza e Conoscenza

Shiatsu: tra corpo e mente di Liliana Atz

Se non t’aspetti l’inaspettato non conoscerai mai la verità. (Eraclito) Lo Shiatsu, una tecnica manuale giapponese, basata sulle pressioni portate sui meridiani energetici e/o sui punti di agopuntura, con i pollici, i palmi delle mani, i gomiti e, in alcuni stili con le nocche, le ginocchia e i piedi, appartiene alla tradizione delle discipline medicofilosofiche orientali. Sebbene si pensi che derivi dall’agopuntura è probabile che sia antecedente persino rispetto a quest’ultima.In Giappone le antiche tecniche cinesi, da cui lo Shiatsu deriva, furono assimilate e adattate al contesto culturale locale. I giapponesi si dedicarono alla medicina cinese con un atteggiamento artistico; affinandone il vigore creativo portarono le tecniche alla massima ricercatezza formale. La capacità di ridurre, analizzare e affinare, infatti, è prerogativa dell’approccio giapponese, così come l’impeto creativo è proprio di quello cinese. La storia recente dello Shiatsu si collega al nome di Shizuto Masunaga, docente di psicologia all’università di Tokyo, il cui sincero interesse per la Medicina Tradizionale Cinese lo spinse a studiare antiche scritture originali. Masunaga si diplomò alla scuola di Namikoshi, dove insegnò per parecchi anni. Qui cominciò a integrare la psicologia con la pratica Shiatsu ortodossa, lo studio dei testi antichi e la moderna interpretazione occidentale della fisiologia. Nell’ultimo trentennio molti rappresentanti di varie correnti Shiatsu, hanno iniziato a insegnare, ciascuno secondo il proprio orientamento, creando grande fermento nel settore, soprattutto in occidente. La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) è un’antichissima disciplina di ricerca della salute e dell’armonia attraverso il riequilibrio energetico del corpo-mente. E’ una medicina dei Soffi (energia, Qi), l’arte di ristabilire l’equilibrio funzionale degli scambi fra i diversi Qi. L’oggetto di questa medicina energetica è la regolazione dell’energia costitutiva e animatrice dell’uomo, in seno ai Soffi costitutivi e animatori dell’universo. Ciò che è giunto fino a noi è il risultato dell’integrazione e sistematizzazione, nel corso della sua evoluzione, delle diverse filosofie con cui è entrata in contatto, in particolar modo il confucianesimo e il taoismo. Questa tradizione considera l’universo come un campo di energia, risultato della perfetta interazione dei due principi cosmici fondamentali: Yin/Yang. Vi è una visione olistica, analogica dell’essere umano, secondo cui la salute ed il benessere sono la conseguenza dell’equilibrio psicologico, energetico, fisiologico e spirituale dell’individuo. L’osservazione e la catalogazione delle corrispondenze ha portato, nel corso dei millenni, ad ipotizzare una conoscenza esaustiva della realtà, dove ciò che succede nel macrocosmo accade in piccolo – per analogia – nel microcosmo uomo. Attraverso la comprensione del cosmo, dell’universo e della natura si arriva, per il taoismo, alla comprensione di se stessi, alla propria crescita individuale. Non esiste la dicotomia tra bene/male, giusto/sbagliato. Gli opposti diventano aspetti equivalenti della stessa realtà/fenomeno, che li comprende al suo interno. La concentrazione dell’attenzione va indirizzata nei confronti dell’osservazione della natura e delle sue manifestazioni, che sola permette di riconoscere le caratteristiche del Tao. Ed è proprio la natura a suggerire l’idea dello Yin/Yang, le polarità costitutive del simbolo del Tao, che rappresenta il concetto più importante e caratteristico del taoismo. L’osservazione dell’alternanza ciclica del giorno e della notte viene simbolicamente correlata al lato ombroso e a quello soleggiato di una collina, un’unica realtà che porta in sé sia l’ombra che la luce, gli opposti universalmente congiunti, che eternamente si rincorrono ed avvicendano l’un l’altro. Qualsiasi sintomo fisico o psichico non rappresenta, quindi, il segno di un’affezione localizzata, ma è la spia di uno squilibrio dell’organismo nella sua totalità. La MTC non segue la tendenza moderna di smembramento dei singoli componenti alla ricerca del sempre più piccolo, perdendo di vista lo scopo, l’unità, cioè l’uomo ed il suo equilibrio psicofisico. Inserito nel macrocosmo, anche l’uomo è alimentato dallo stesso flusso di energia vitale, il Qi (Soffi), che scorre all’interno del corpo lungo la rete dei meridiani, gli invisibili canali che costituiscono il sistema di collegamento fra gli organi e le funzioni vitali. Il Qi è una sorta di fluido rarefatto che si può condensare fino a formare una sostanza; è il prodotto dell’interazione di Yin/Yang e costituisce la base del mondo dei fenomeni. Nel corpo umano è il principio che muove, riscalda e protegge dalle influenze esterne. A livello psicologico il suo libero fluire ci consente di cambiare stato, di alternare diverse emozioni, passando dal lavoro al piacere, dall’attività al riposo. Per la MTC la salute ed il benessere fisico sono, quindi, la naturale conseguenza dell’armonica circolazione del Qi, mentre i suoi squilibri favoriscono l’insorgere delle malattie. Su queste fondamenta filosofiche si innestarono gli studi giapponesi che affinarono le originarie tecniche importate dalla Cina, creando uno stile autonomo, che impropriamente viene definito “massaggio”. Lo Shiatsu, infatti si è caratterizzato sin dalla sua nascita, per la staticità della pressione portata, che entra perpendicolarmente alla superficie del corpo. Le pressioni entrano in profondità senza scivolare sulla pelle e producono uno stimolo a cui l’organismo della persona risponde, recuperando e manifestando “dal profondo” le proprie risorse vitali. Ciò si traduce in una rinnovata sensazione di benessere psico-fisico. Questo è possibile perché la nostra cute, che ha la stessa origine embriologica del sistema nervoso, è capace di ricevere gli stimoli dall’ambiente esterno, farli comunicare con l’interno, vagliare e filtrare i messaggi ricevuti, trasmetterli attraverso la rete dei meridiani e del sistema nervoso afferente e facilitare la ricostruzione dell’equilibrio dell’energia vitale, Qi, che “sprona” tutto il supersistema psico-neuro-endocrinoimmunitario. La diagnosi, tipicamente orientale, permette di estrarre informazioni sullo stato di energia del corpo umano attraverso l’osservazione del fisico, delle abitudini, del modo di muoversi e di parlare, nonché delle scelte che la persona compie. Secondo le antiche teorie cinesi, l’universo è costituito da cinque elementi primordiali: legno, fuoco, terra, metallo, acqua. Ogni elemento è collegato energeticamente ad un organo e ad un viscere del corpo umano (ved. tabella). Quando l’energia circola nei meridiani senza impedimenti, l’organismo è in salute in tutti i suoi aspetti; se però, per una causa esterna (freddo, virus, ecc…), oppure interna (stress, forti emozioni, ecc…), o meglio la combinazione delle due, un tipo di forza viene usato troppo o troppo poco, si produce uno squilibrio che si manifesta all’esterno

Astro – Enneatipi: zodiaco ed enneagramma di Liliana Atz

L’astrologia occidentale affonda le sue radici nell’antica astrologia egizia e caldea (VIII secolo a.C.) e, fino a molti secoli dopo la nascita di Cristo, non si distinse sostanzialmente dall’astronomia Era la classe sacerdotale che in Mesopotamia osservava la volta celeste e registrava puntualmente ogni evento astronomico. Per lungo tempo astrologia e astronomia sono state strettamente legate, ma a partire dall’introduzione del metodo scientifico cartesiano le loro strade si sono lentamente separate. Con Alessandro Magno e le sue conquiste le tradizioni egizie e caldee, molto evolute, entrarono in contatto con la cultura greca. E furono gli Egizi prima, e i Greci successivamente, ad avviare un processo associativo tra corpi celesti e divinità, conformando alle loro tradizioni i nomi delle costellazioni e dei pianeti, che fu assorbito all’interno degli ambienti filosofici, spirituali ed esoterici di quelle culture. L’astrologia può essere considerata una “disciplina di confine”, infatti i suoi principi fondamentali sono basati su elementi e nozioni astronomiche e trigonometriche accessibili a chiunque, mentre l’associazione a questi elementi e nozioni dei significati simbolici presuppone “la capacità di percepire, riconoscere ed interpretare lo spirito interiore nascosto nei simboli stessi”. L’astrologia è stata una mappa importante di lettura dello psichismo umano. Gli archetipi psichici rappresentati dai pianeti mitologici conosciuti nell’antichità raccontano dell’evoluzione umana, di quello che nelle varie fasi storiche l’uomo è stato propenso a credere, di quello che era inciso nel suo DNA e che pertanto, collettivamente poteva accettare e rendere “vero”. Il limite della conoscenza umana si rifletteva e si estendeva, ora come allora, fino ai confini dell’universo, rappresentato dai limiti dello zodiaco e dai suoi pianeti: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, in quanto la fascia zodiacale simboleggiava lo spazio che Dio aveva delimitato per creare il mondo. Solo in epoca relativamente recente a questi corpi celesti si è aggiunta la “scoperta” dei cosiddetti “pianeti transpersonali”: Urano (1781), Nettuno (1846) e Plutone (1930). La storia evolutiva collettiva ha quindi aperto delle possibilità di “vedere” al di là del mondo fino ad allora conosciuto, al di là delle nostre “colonne d’Ercole”, di superare i limiti del dualismo cartesiano. L’Enneagramma è un simbolo di rappresentazione dell’intera realtà, un modello dinamico che sintetizza l’Universo tanto a livello macrocosmico, quanto a livello microcosmico. Ha in comune con l’Astrologia la schematica riassunzione della natura umana in un limitato numero di tipologie caratteriali. L’Astrologia descrive dodici tipi d’uomo, mentre l’Enneagramma parla di nove tipologie: i sette pianeti conosciuti nell’antichità più i due nodi lunari Nord e Sud. Ogni tipo può essere associato ad un pianeta o a un punto astronomico. I tipi Uno evitano la COLLERA. L’Uno mira al perfezionismo e il suo vizio capitale è l’IRA. L’Uno corrisponde al pianeta Marte. In origine dio dell’agricoltura, Marte è l’equivalente del greco Ares, dio della guerra: a lui i soldati romani rendevano omaggio prima di andare in battaglia. In astrologia rappresenta il lato maschile del carattere. Dotato di una forte carica sessuale, Marte può rendere un individuo tanto aggressivo quanto risoluto, tanto aspro e rude quanto positivo e pieno di energia. I tipi Due evitano di riconoscere i propri bisogni. Il Due evita di chiedere ed è tentato continuamente di aiutare il prossimo fuggendo da sè stesso. Il suo vizio capitale è l’ORGOGLIO e il pianeta di appartenenza è il Sole. Si pensa che il culto del Sole abbia avuto origine in Asia, ma quasi ogni civiltà conosciuta ha avuto una divinità solare. In occidente la più importante è stata Apollo. Il Sole, che di fatto è una stella e non un pianeta, rappresenta la generosità del cuore, l’affetto e la magnanimità, la creatività e la gioia; ma il Sole, con aspetti negativi, può alimentare l’autostima al punto da mutarla in pomposità. I tipi Tre evitano l’insuccesso. I Tre sono dei grandi manipolatori: riescono a rendere felici gli altri di potersi attivare per loro. Il loro vizio capitale è la MENZOGNA e il punto astronomico ad essi collegato è Caput Draconis, (la testa del drago), uno dei due nodi lunari. I tipi Quattro temono l’ORDINARIETA’. I Quattro sono perennemente tristi, sconsolati e bisognosi di attenzione come nessun altro dei tipi enneagrammatici. Il loro vizio capitale è l’INVIDIA e Mercurio è il pianeta che li rappresenta. Mercurio è il corrispondente romano di Hermes, il messaggero degli dei. E’ l’intellettuale per antonomasia, intuitivo, razionale, versatile e polemico, ma anche eccellente tramite per le comunicazioni.Questo pianeta stimola la mente, il che può rendere l’individuo invidioso, critico e polemico. I tipi Cinque sono tentati dal SAPERE. Non chiedono e non danno. Il loro vizio capitale è l’AVARIZIA e il pianeta che li delinea è Saturno. Anticamente Saturno segnava il confine del sistema solare conosciuto, per questa ragione viene associato simbolicamente alla limitazione ma anche alla perseveranza; la sua influenza può rendere pratici e attenti, oppure egoisti e di vedute ristrette. L’enneatipo Sei evita il COMPORTAMENTO ERRATO. Dona la sua fedeltà in cambio di sicurezza. Il suo vizio capitale è la PAURA e il punto astronomico che gli corrisponde è la Cauda Draconis (la coda del drago) il nodo lunare sud. I tipi Sette evitano il DOLORE. Adorano il piacere e il divertimento e rifuggono dal dolore che tendono a “trasferire”. Il loro vizio capitale è l’INTEMPERANZA e il pianeta che li descrive è Giove, l’equivalente del greco Zeus, il padre degli dei che dall’alto dell’Olimpo lanciava saette in preda all’ira. Questo pianeta governa l’apprendimento, la filosofia e le lingue; la sua influenza può stimolare ottimismo, lealtà e giustizia, ma può rendere illusi, stravaganti, vanitosi e portare a un’eccessiva indulgenza con se stessi. I tipi Otto in negativo schivano la DEBOLEZZA.Tendono ad imporre la loro volontà agli altri anche con l’uso della forza. Il loro vizio capitale è la LUSSURIA e il pianeta associato è Venere. Venere ha ereditato gli attributi della greca Afrodite, diventando così la dea di ogni forma di amore: ideale, familiare e sessuale. Rappresenta la vita affettiva di una persona. Al pianeta Venere sono associati anche il fascino e l’eleganza. In cattivo aspetto trasforma l’amore in sesso

Astrologia ed Enneagramma di Liliana Atz

COS’E’ UN SIMBOLO? Nell’antica Grecia il Simbolo (Symbolon), rappresentava il segno di riconoscimento e di controllo ottenuto spezzando in due un oggetto, in tal modo il possessore di una delle due parti era in grado di farsi riconoscere dall’altro dimostrando come esse combaciassero. Questa antica tradizione andò nel tempo allargandosi fino ad inglobare anche l’idea del Simbolo come rappresentazione di una realtà non sensibile, una realtà magica che alludeva a qualcosa di misterioso, ma reale allo stesso tempo. Il valore magico del Simbolo rimase vivo per tutto il Medioevo, il Rinascimento ed oltre. La realtà oggettiva del Simbolo rimane il suo enorme potere espressivo, la capacità di rivelare strutture e caratteri altrimenti inaccessibili che fanno parte di mondi a noi sconosciuti ma reali, anche se non evidenti nell’esperienza immediata. I Simboli sono stati espressioni delle civiltà, materializzazioni del divino e del trascendente, forza motrice della Tradizione, segni visibili della cosmogonia divina. Il Simbolismo è il modo più adatto e fruibile per l’uomo di tramandare insegnamenti e pensieri, il modo più naturale. Tutto ciò è facilmente comprensibile se si pensa che il linguaggio stesso, in fondo, è Simbolismo. Qualunque espressione umana è in realtà un simbolo del pensiero che si traduce esteriormente; l’ unica differenza rimane nel fatto che il linguaggio è analitico e discorsivo, mentre il Simbolismo è essenzialmente intuitivo. Nel mondo antico ogni scienza umana era parte di un tutto in unità col Divino. La mitologia delle cosmogonie sia occidentali che orientali racconta di divinità antropomorfizzate in stretto collegamento col mondo umano. Il mondo simbolico della mitologia costituisce una rappresentazione unitaria e significativa della realtà in cui i popoli antichi vivevano. Attraverso i racconti mitologici siamo in grado di comprendere il pensiero delle civiltà antiche, il loro modo di intendere la società, le loro paure, le loro esigenze. Le vicende degli dei si mischiano con quelle degli esseri umani. E’ difficile comprendere la mitologia senza capire il mondo in cui viveva l’uomo. Gli dei pagani incarnazione dei principi che regolano il mondo, litigano e amoreggiano, sono soggetti a passioni e rimorsi, ma soprattutto riflettono un mondo ancora molto legato alla natura, e che sente l’esigenza di un equilibrio fra gli elementi naturali che non può essere alterato. E poi venne Cartesio (Renè Descartes 1596-1650), il padre del pensiero scientifico occidentale, che col suo “Cogito, ergo sum” (“Penso, dunque sono”) portò alla bipartizione della realtà nel cosiddetto “dualismo cartesiano”, che ha influenzato straordinariamente la filosofia occidentale. Partendo dal principio che il pensiero può dimostrare autonomamente la propria esistenza, Cartesio concluse che la caratteristica essenziale del soggetto fosse il pensiero. Egli proseguì nella riflessione deducendo l’esistenza di Dio e sostenendo che Egli aveva creato due sostanze: la sostanza pensante (res cogitans), la cui caratteristica essenziale è il pensiero, e la sostanza estesa (res extensa), la cui caratteristica essenziale è quella di occupare una determinata estensione fisica; mentre la sostanza pensante si conforma alle leggi del pensiero, la sostanza estesa si conforma alle leggi meccaniche della fisica. Cartesio elaborò complessi modelli meccanicistici per la spiegazione di numerosi fenomeni fisici, che ebbero la virtù di sostituire le speculazioni filosofiche dell’antichità. Da questo assunto, solo ciò che può essere scientificamente provato “è vero” e l’uomo si è scisso in due parti, dove la predominanza della materia sugli aspetti più emozionali, psichici, non dimostrabili scientificamente, lo rende frammentato e incompleto. ASTROLOGIA:L’astrologia iniziatica, ben lungi dalla mercificante interpretazione che l’astrologia ha assunto ai nostri giorni, interpreta i dodici segno dello zodiaco come tappe della creazione del mondo conosciuto sia a livello di macrocosmo universo, che di microcosmo uomo. Il posizionamento stesso dei dodici segni sul simbolo dell’infinito, rappresentato dal cerchio, è indicativo del messaggio che questa antica scienza vuole trasmettere agli occhi di chi sa guardare e chiunque varchi la porta che dal “Cielo Anteriore” conduce al nostro “Cielo Posteriore” è legato agli imperativi dello spazio-tempo del Cielo e della Terra, che uniti danno vita all’Uomo. Attività, passività, maschile e femminile. Sulla base di questi principi la formazione dell’Uomo è avvenuta parallelamente a quella dello Zodiaco. Dall’alto verso il basso le energie si condensano, mentre avviene il contrario se dal basso si espandono verso l’alto. All’avvicendarsi regolare nel cielo, con moto espansivo, dei segni zodiacali cominciando dall’Ariete, cui seguono i Gemelli, il Cancro, il Leone, la Vergine, la Bilancia, lo Scorpione, il Sagittario e il Capricorno, l’Acquario e infine i Pesci, si contrappone il moto contrario dei pianeti: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno. L’unione di Cielo e Terra genera l’Uomo. Il tre, in tutte le cosmogonie, rappresenta l’aspetto trasformativo, il frutto, dell’unione di un aspetto attivo con un aspetto passivo. Nella nostra cultura si parla di Padre, Figlio e Spirito Santo, i Taosti raccontano di tre Dantian, gli induisti di Shiva, Vishnu e Brahma, i Cabalisti nell’Albero della Vita di tre Pilastri e di tre Triadi, ecc… Nell’uomo troviamo un corpo fisico, un corpo emozionale ed un corpo intellettuale che si compenetrano e che solo interagendo armonicamente tra di loro gli consentono di accedere ad altri livelli di coscienza. Questi tre centri energetici contornano il suo corpo in un sistema di gusci vibrazionali chiamati aura. Avremo, pertanto un’aura fisica, con suo doppio eterico, un’aura emozionale ed un’aura intellettuale sempre accompagnate dal proprio doppio, o, detto in altre parole, l’aspetto attivo e passivo, il maschile e il femminile, il + e il -. Queste prime tre aure, a loro volta, hanno una controparte ad un livello più evoluto chiamate aura atmica, (controparte dell’aspetto fisico), celestiale o buddhica (controparte del corpo astrale) e aura causale ( controparte del corpo mentale). Poichè la vita sulla Terra è legata a quattro elementi base: terra, acqua, aria e fuoco è la combinazione diversificata di questi elementi che da forma e vivifica tutto l’esistente.(schema base tratto da Lo zodiaco chiave dell’uomo e dell’universo . O.A. Aivanhov) L’ Aria e il Fuoco dei corpi superiori, vivificano la Terra e l’Acqua dei corpi inferiori, o anche, esistono diversi tipi di Essenza che danno vita a diversi tipi d’uomo. L’astrologia suddivide

Simbolismi a confronto – Tai Chi Chuan ed Enneagramma: “movimento di emozioni” di Liliana Atz

Il simbolismo è il modo più adatto e fruibile per l’uomo di tramandare insegnamenti e pensieri, il modo più naturale. Tutto ciò è facilmente comprensibile se si pensa che il linguaggio stesso, in fondo, è simbolismo. Qualunque espressione umana è un simbolo del pensiero che si traduce esteriormente; l’ unica differenza rimane nel fatto che il linguaggio è analitico e discorsivo, mentre il simbolismo è essenzialmente intuitivo. Il simbolico linguaggio del corpo che si manifesta nei precisi movimenti del Tai Chi Chuan, conosciuto come arte marziale e per gli indubbi benefici che apporta alla salute del praticante, nasconde altri messaggi che collegano la cultura orientale alle più recenti scoperte della scienza occidentale, della psicologia e ad un antico simbolo dalle incerte origini: l’Enneagramma. Vediamo come. Quando l’energia non ancora manifestata, o Wuji, inizia a muoversi, dà vita alla prima polarizzazione Yin (femminile) – Yang (maschile) da cui origina il Chi o energia. Il Chi come tutto ciò che esiste nell’universo è la manifestazione del movimento ciclico del Tao (1), la Via, il cui simbolo è ormai molto conosciuto. Questi sono i principi alla base della disciplina del Tai Chi Chuan. Tutto l’universo, visibile o invisibile è dato dall’interazione tra Yin-Yang. Il Tai Chi Chuan, l’antica disciplina psico-fisica cinese, affonda le sue radici storiche nei principi della Medicina Tradizionale Cinese, che prescriveva esercizi respiratori, massaggi del corpo, esercizi di mani e piedi già prima del 1000 a.C. I taoisti introdussero il Chi Kung, una serie di esercizi psico-fisici e respiratori, per il mantenimento della salute, la prevenzione e la cura delle malattie.Le ginnastiche energetiche, che furono costantemente studiate, ampliate e integrate con gli antichi stili di Kung-fu, diedero vita al Tai Chi Chuan. Ma questa definizione del Tai Chi è solo uno degli aspetti che lo caratterizzano, in quanto un corpo in equilibrio non è che la logica conseguenza di un’armonica circolazione energetica. L’Uomo, in quanto figlio del Cielo e della Terra è in salute solo quando riesce a mantenersi in armonia tra i Soffi ascendenti della Terra (Yin) e quelli discendenti del Cielo (Yang). L’Enneagramma, la cui origine si perde nella notte dei tempi è un antico simbolo che solo agli inizi del 1900 giunse in Europa grazie a Georges Ivanovic Gurdijeff. Tramandato oralmente e in gran segreto da maestro ad allievo in Medio Oriente, probabilmente all’interno delle confraternite Sufi(2), si compone di un cerchio suddiviso in nove parti o nove aspetti di personalità: solo la conoscenza di sé può portare all’unione col divino. L’ Enneagramma racchiude in sé i principi di due leggi universali: la legge del Tre e la legge del Sette. La prima legge afferma che ogni fenomeno risulta dall’incontro di tre differenti forze: forza attiva o positiva e forza passiva o negativa. L’incontro di queste due polarità da vita al Tre, al figlio, alla forza Neutralizzante. Le tre forze sono osservabili all’esterno ed all’interno di noi, ma non è affatto facile riconoscerle, specialmente la terza forza. Esistono indubbie analogie con altre tradizioni: la Trinità cristiana di Padre, Figlio e Spirito Santo; il Sale, Zolfo e Mercurio dell’Alchimia; i Tre Triangoli della Quabbalah; ecc.. La legge del Sette, invece, fornisce la metodologia del movimento di una forza nello svolgimento del processo di un qualsiasi fenomeno. Lo sviluppo della frequenza delle vibrazioni, ascendenti o discendenti della forza, passa attraverso sette gradi, fasi o “note” disposte lungo una scala armonica, con due punti di blocco. Nell’universo tutto è vibrazione, ma in ogni scala di trasmissione di queste esistono sempre due punti dove le vibrazioni rallentano e richiedono uno spinta esterna per poter continuare nella stessa direzione. In caso contrario il percorso deraglia e cambia traiettoria. I punti sul cerchio esterno dell’ Enneagramma sono sei e corrispondono a tipologie di personalità collegabili alle antiche divinità greco latine. Al centro del cerchio, si trova il settimo punto. Il triangolo interno, corrispondente ai punti tre, sei e nove, simboleggia “altri” aspetti di coscienza. A partire dagli inizi degli anni ’70 del ‘900, l’ Enneagramma viene studiato e utilizzato anche come strumento di indagine psicologica, secondo la reinterpretazione di Oscar Ichazo e del suo allievo Claudio Naranjio. L’interpretazione della realtà deformata fin dall’infanzia dall’aspetto soggettivo dietro cui ognuno impara a mascherare la propria individualità, infatti, porta l’uomo al conflitto e alla malattia. L’uomo è interiormente in disequilibrio in quanto non possiede un unico Io, ma molti aspetti contrastanti l’uno con l’altro, che si interscambiano di momento in momento. Per John Bowlby, padre della Teoria dell’Attaccamento, nel bambino si formano dei Modelli Operativi Interni (MOI), cioè dei modelli di relazione di sé e di se con l’altro. Si tratta di rappresentazioni mentali costruite dall’individuo, che contengono degli schemi, delle rappresentazioni del mondo, che gli consentono di fare previsioni e di crearsi aspettative nelle sue relazioni con l’altro. Col tempo i MOI si automatizzano, fino ad operare a livello di inconscio, fino, cioè, a diventare caratteristiche tendenziali della personalità dell’individuo. Per Bowlby esistono più Modelli Operativi Interni per ciascuno dei principali sistemi motivazionali. Il movimento come base della vita.Ma cosa collega il Tai Chi all’ Enneagramma? Nel libro del M.° Flavio Daniele “Scienza Tao e Arte del Combattere ” il prof. Carlo Ventura afferma : “Non c’è alcun fenomeno biologico importante che non sia causato dal movimento. …E’ emerso come non ci sia cambiamento dell’attività genica che nonavvenga senza movimenti del DNA, deformazioni e vibrazioni del nucleo e di quel complesso di microfilamenti e microtubuli che chiamiamo citoscheletro. I movimenti precedono gli stessi cambiamenti di funzione ai vari livelli cellulari…..Applicare una vibrazione sonora ad una cellula o a molecole segnale all’interno di una cellula, può far vibrare queste strutture, generando cambiamenti di morfologia e di funzione. I suoni e i movimenti possono dunque essere visti come un “dialogo molecolare” all’interno di cellule e tessuti”. L’ Enneagramma raggruppa le funzioni psico-fisiche ordinarie dell’uomo in tre centri o cervelli: istintivo-motorio, emozionale e mentale. Questi centri ordinariamente non interagiscono armoniosamente. Uno dei tre tende a prevalere e a interpretare la vita secondo le sue peculiari modalità. I

Tai Chi: Vitalità in movimento di Liliana Atz

Il Tai Chi Chi Kung è un’antica disciplina psicofisica cinese che si basa sui principi della filosofia taoista. Questa tradizione considera l’universo come un campo di energia, risultato della perfetta interazione dei due principi cosmici fondamentali Yin/Yang, che costituiscono il simbolo del Tao e rappresentano il concetto più importante e caratteristico del taoismo. Attraverso la comprensione del cosmo, dell’universo e della natura si arriva, per il taoismo, alla comprensione di se stessi, alla propria crescita individuale. Questa tradizione considera l’universo come un campo di energia; vi è una visione olistica, analogica dell’essere umano, secondo cui la salute ed il benessere sono la conseguenza dell’equilibrio psicologico, energetico, fisiologico e spirituale dell’uomo. L’osservazione della natura e dei suoi fenomeni, nel corso dei millenni, ipotizza una realtà in cui ciò che succede nel Macrocosmo accade in piccolo, per analogia, nel Microcosmo uomo. L’osservazione dell’alternanza ciclica del giorno e della notte viene simbolicamente correlata al lato ombroso e a quello soleggiato di una collina. Si tratta di un’unica realtà che porta in sé sia l’ombra che la luce, nel loro rincorrersi e immutabile avvicendarsi nello spazio e nel tempo. Qui si manifesta l’originalità del pensiero taoista, l’opposizione c’è, come la natura insegna, ma è relativa. Il buio esiste solo se confrontato con la luce ed ogni realtà non è mai assoluta. La forma è generata dal senza forma, così come poi la forma porterà al senza forma. Questo “senza forma”, questa potenzialità in divenire è indicata col termine Tao, letteralmente “la Via”, la matrice dell’universo. Dal nulla emerge qualcosa che è chiamato “WuChi”, il “non polo”, l’embrione di una esistenza ancora indifferenziata il cui simbolo è un cerchio vuoto, cerchio che si riempie nel simbolo del “Tai Chi”, il “grande polo”. Il Tai Chi è la differenziazione presente in potenza, ma non ancora realizzata. E’ ancora unità, ma contiene in sé la potenzialità di una nuova nascita. Il simbolo, con la sua fusione della parte nera nella parte bianca e della parte bianca in quella nera, il tutto iscritto all’interno di un cerchio, comunica l’idea dell’intima fusione dei due aspetti che insieme costituiscono la totalità della vita. Il Tao ruota configurando la perpetua e inevitabile trasformazione del Tutto. Il Chi (energia), prodotto dell’interazione di Yin/Yang, costituisce la base del mondo dei fenomeni. Nel corpo umano è quel principio che muove, riscalda e protegge dalle influenze esterne. La salute ed il benessere psico/fisico sono la naturale conseguenza dell’armonica circolazione del Chi all’interno della rete dei meridiani (canali energetici del corpo entro i quali fluisce l’energia) mentre i suoi squilibri favoriscono l’insorgere delle malattie. Sul piano fisico, infatti, i movimenti rotondi, lenti ed aggraziati consentono di rafforzare l’apparato muscolo-scheletrico, sciolgono le articolazioni, favoriscono l’apertura del corpo e dei suoi organi interni. Lavorando sul corpo si vanno a sciogliere le somatizzazioni a livello psichico: con un processo inverso e complementare rispetto a quello occidentale si lavora sulla mente per far star bene il corpo. Oltre ai dodici meridiani organici e agli Zang-Fu, la medicina cinese cita gli “Otto Vasi Curiosi” o Canali Straordinari come aspetti sui quali il Tai Chi Chi Kung va ad influire. L’attivazione di questi Canali da un lato consente di ridurre il ritmo di consumo della vitalità individuale, migliorando le potenzialità di vita e salute e favorendo, sull’altro fronte, l’apertura dei centri psichici e spirituali, che sono strettamente legati a queste strutture. Si pensa, che gli Otto Vasi Curiosi si sviluppino nel periodo prenatale, prima ancora della formazione dei meridiani. Sono, secondo Mark Seem, Canali energetici fondamentali, in stretta relazione con il codice genetico e determinanti nella manifestazione del nostro terreno costituzionale. (2) Bottalo afferma che questi Canali “sono il fondamento della creazione e della continua ricreazione che è la vita, per ricordare all’individuo che deve costantemente e continuamente rinascere”. (3) Il Tai Chi Chi Kung è allora il lavoro meritorio fatto sul Chi (energia vitale, soffio, respiro…) è l’arte di coltivare il Chi, accrescerlo e rafforzarlo attraverso tecniche esterne e interne: respirazione, postura, movimento, concentrazione mentale e meditazione. Ognuno di questi elementi è parte e forma dell’altro, che può influenzare e modificare. Gli esercizi praticati forniscono una sapiente guida alla forza vitale che può essere indirizzata ad ogni cellula del corpo favorendo lo sviluppo della consapevolezza sottile e potente del Chi. Bibliografia: – Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese – F. Bottalo, Rosa Brotzu – Ed Xenia; – Jin Shin Do – I.M. Teeguarden – Ed. Mediterranee; (2 – Manuale di Qi Shu – F. Bottalo – Ed. Xenia; (3)

Psicologia e visione olistica dell’uomo: tra Occidente e Oriente. Nel lavoro di riequilibrio energetico del corpo-mente Shiatsu & c. di Liliana Atz

Parte 1: Occidente.Partendo dall’infanzia, in quanto nucleo strutturante l’universo Uomo, vari studi psicologici hanno messo in evidenza quanto il rapporto con la madre e/o le altre figure di riferimento sia determinante nell’attivazione di quei tratti temperamentali che si manifestano fin dal primo anno di vita. Questi tratti rappresentano la matrice biologica da cui, in interazione con l’ambiente, si svilupperanno i tratti di personalità.Eysenck (1) afferma che i tratti temperamentali hanno base genetica, tuttavia noi non ereditiamo il comportamento, ma le strutture biologiche che danno origine a quei comportamenti che manifestiamo più frequentemente di altri. Vi sono alcuni intermediari biologici, quali ormoni e neurotrasmettitori, che traducono il potenziale genetico in costanti comportamentali (tratti di personalità). In interazione con l’ambiente, le basi fisiologiche che ereditiamo producono sia quei comportamenti che si possono rilevare in laboratorio, come ad esempio la ritenzione mestica e la soglia sensoriale, sia quei comportamenti che si osservano in contesti naturali, come ad esempio la socievolezza, la sessualità, e l’aggressivita’. La comunicazione affettiva si delinea, quindi, come la prima fonte di stimolo del comportamento del bambino e, successivamente, attraverso un processo di introiezione, anche la base su cui strutturare l’intelaiatura del suo mondo interno. Tale capacità sembra essere profondamente condizionata dal tipo di risposta emotiva di cui ha potuto usufruire nel corso della sua esperienza infantile. Il mondo intrapsichico del bambino è, in questo senso, il risultato dell’interrelazione tra la sua originaria struttura temperamentale, comunicativa, emotiva e responsiva, con quella delle sue figure di attaccamento. La capacità di riconoscere le proprie emozioni, che il bambino progressivamente articola, senza ricorrere a operazioni difensive di deformazione e di limitazione delle stesse, è fondamentale per il suo sviluppo, perché lo porta ad istituire un’adeguata comunicazione intrapsichica con il mondo dei propri affetti. Nel bambino si formano, secondo Bowlby (2), dei Modelli Operativi Interni (MOI), cioè dei modelli di relazione di sé e di sè con l’altro. Si tratta di rappresentazioni mentali costruite dall’individuo, che contengono degli schemi, delle rappresentazioni del mondo, che gli consentono di fare previsioni e di crearsi aspettative nelle sue relazioni con l’altro. Col tempo i MOI si automatizzano, fi no ad operare a livello di inconscio, fino, cioè, a diventare caratteristiche tendenziali della personalità dell’individuo.Per Bowlby esistono più Modelli Operativi Interni per ciascuno dei principali sistemi motivazionali. Su queste basi si costruiscono i motivi del Sé, cioè tutte le informazioni riguardanti sè stessi fi niscono con l’organizzarsi in una serie di strutture cognitive definite “schemi di sé”, al cui interno si trovano sia delle rappresentazioni di eventi specifi ci riguardanti l’individuo, sia delle rappresentazioni più generali, esito della valutazione abitualmente effettuata sulla propria condotta personale. La sicurezza e il sostegno fornito dal legame di attaccamento risultano, pertanto, fattori indispensabili per l’acquisizione dell’indipendenza del bambino. L’assenza di tale legame, oppure la sua rottura hanno l’effetto di arrestare o comunque di rallentare notevolmente lo sviluppo delle sue capacità di comunicazione, di movimento e nell’insieme l’intero suo sviluppo affettivo e mentale e di segnare le fasi successive della costruzione di un’identità personale. Quest’ultima si costruisce in cerchi concentrici sempre più differenziati e complessi : socializzazione primaria e poi secondaria (famiglia, scuola, gruppo dei pari, ecc.). Ad ogni fase l’individuo assume nuovi ruoli che si sommano e che trasformano i ruoli precedenti modifi cando l’identità personale in quanto specchio di quella sociale.In ambito sociologico diverse ricerche hanno provato l’intreccio tra i tratti temperamentali e di personalità e la socializzazione primaria e secondaria dell’individuo. L’entrata in un gruppo (scuola, affi liazione a gruppi di vario genere, il servizio militare, l’entrata nel mondo del lavoro), sono esperienze che costellano l’intera vita della persona e che sono strettamente legate sia al tipo di gruppo cui si accede, sia alle caratteristiche del neofita. L’individuo entra nella “ cultura di gruppo” col suo bagaglio di esperienze, con i suoi meccanismi di autovalutazione e di salvaguardia del Sé, diventandone un membro più o meno attivo e strutturando la propria identità attraverso l’accettazione implicita delle regole del gruppo. Squilibrio, malattia.In situazioni “normali” la persona diventa un agente attivo della propria socializzazione. Le opportunità che la società gli offre possono essere più o meno ampie, ma lo spazio di scelta non si riduce mai del tutto, lasciandogli la possibilità di indirizzare il processo della propria socializzazione e di costruzione della propria identità. In altri casi, lo stretto intreccio tra condizioni sociali, lavorative, ambientali, genetiche implicano che la malattia possa inconsapevolmente essere vissuta come l’unica via di fuga da una situazione altrimenti insostenibile. Lavoro sul corpo (secondo la visione occidentale).Fu Sigmund Freud, ad affermare che un gran numero di malattie non erano altro che l’espressione corporea di esperienze infantili caratterizzate da grande dolore e paura. L’opera di Freud fu ampliata da un suo allievo W. Reich, il quale introdusse nella psicoanalisi l’esame del corpo della persona; fu il primo a parlare di ciò che oggi viene chiamato linguaggio del corpo. Reich sperimentò come la pressione diretta sui muscoli del corpo aiutasse il paziente ad entrare in contatto con forti emozioni dimenticate e con ricordi dolorosi. Divenne evidente l’unità tra mente, corpo ed aspetti emozionali della persona.Alexander Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò per essa il termine “bioenergia”. Lowen osservò come una persona il cui fl usso energetico è bloccato perda buona parte della sua vitalità e della sua personalità, provocando squilibri a vari livelli. Non appena l’individuo inizia a crescere, impara come la libera espressione delle proprie emozioni sia in famiglia che nella società si scontri con il rifi uto, la disapprovazione, l’umiliazione e la punizione. A questo consegue un naturale controllo inconscio delle emozioni attraverso il blocco permanente delle parti di corpo coinvolte in queste manifestazioni. Lo sblocco delle “armature” che l’individuo ha creato durante la sua evoluzione lo porta a ricongiungersi con le sue parti dimenticate e la loro accettazione può trasformarsi, nel tempo, in un delicato percorso di ri-evoluzione personale.Anche recenti sviluppi della scuola bowlbiana (2) riconoscono come il contatto corporeo rappresenti una componente fondamentale della relazione terapeutica, potendo favorire nel paziente la percezione del terapeuta