Il Tai Chi non ha età: aiuta la memoria, placa i dolori.

L’ultima conferma arriva da uno studio su ultrasettantenni dell’università dell’Oregon, che mostra come quattro mesi di pratica siano più efficaci dello stretching o di altre ginnastiche ad hoc. In più, come hanno rivelato altre ricerche, i movimenti dolci del Tai Chi aiutano la memoria e migliorano la qualità di vita di chi soffre di osteoartrite e anche di Parkinson. Spesso definito ginnastica dolce, il Tai Chi Chuan ( o Taijiquan secondo il metodo di traslitterazione scelto) è un’arte marziale interna, legata al Wushu Kung fu, con cui condivide alcuni principi e soprattutto al Chi Kung (o Qi Gong), la ginnastica medica cinese. «Il Tai Chi è un’arte marziale che nasce come allenamento al combattimento e forse questo ha portato i medici a studiare di più il Qi Gong, anche se i principi su cui si basano i movimenti sono gli stessi » , spiega Lucio Sotte, specialista in Medicina tradizionale e ginnastiche cinesi. Proprio quest’aspetto marziale può invogliare chi non ama l’idea di un’attività soft a imparare la sequenza più o meno lunga di movimenti che sta alla base del Tai Chi: quella che può apparire come una danza è infatti un combattimento con un avversario ombra, che regala a chi lo pratica una muscolatura di tutto rispetto. «Tra i vari stili quello più adatto a chi si avvicina alla pratica in età matura è lo Yang, mentre la forma Chen richiede più sforzo», fa notare l’istruttrice Maria Grazia Franzoni. Si può praticare con soddisfazione a 80 anni e oltre anche se chi ha difficoltà a coordinare i movimenti potrebbe incontrare all’inizio delle difficoltà. « È un percorso che richiede pazienza, ma è adatto a un praticante maturo e a persone con limitazioni di movimento — dice Sharon Gould, istruttrice in corsi per anziani — e aiuta a rafforzare le gambe e a migliorare equilibrio e postura » . Non ci sono, dunque, controindicazioni tranne per « chi ha problemi cardiovascolari seri » , precisa Sotte. E la prevenzione delle cadute è solo uno dei benefici di un esercizio che migliora umore e circolazione. « Per la tradizione cinese, l’allenamento muscolare ottenuto grazie ai movimenti rotatori si riflette sull’attività degli organi interni », prosegue il medico. Un esempio sono i vantaggi legati alle tecniche di respirazione — addominale e controaddominale o inversa — abbinate all’esercizio: «Queste tecniche, e soprattutto la respirazione controaddominale, portano ad abbassare il diaframma e a sfruttare di più la capacità polmonare che di solito utilizziamo in minima parte — spiega Sotte — oltre a compiere un massaggio dei visceri e a migliorare la circolazione » . Ma ci sono altri vantaggi: « Il Tai Chi richiede attenzione, bisogna seguire il ritmo e le istruzioni dell’istruttore e questo obbliga a staccare la mente», spiega Franzoni. Va detto poi che il Tai Chi è uno strumento di prevenzione a basso costo: «Gli esercizi una volta imparati possono essere eseguiti a casa o praticati in gruppo con il vantaggio che le persone socializzano » , conclude Sotte. E proprio la socialità è uno dei pregi di questa attività che è una sfida con se stessi e non una competizione con i compagni di pratica. FONTE

Taijiquan:l’arte marziale interiore

Il Taijiquan, conosciuto in occidente come Tai chi è un’arte marziale cinese “interiore”, in contrasto con le arti marziali “esteriori”, come il kung fu Shaolin. Le arti marziali interne (Neijia) tendono a sviluppare prima di tutto la forza interiore e l’energia vitale qi che scorre nel corpo. La scuola di rifermento è il Monastero di Wudang situato tra gli omonimi monti nella Cina centrale. Al contrario, le arti marziali esterne (Waijia) prediligono le pratiche volte a rafforzare il fisico e si dice siano nate nel Monastero Shaolin, da cui prende il nome la famosa scuola. Molti grandi maestri di arti marziali paragonano la differenza tra interiore ed esteriore a quella che esiste tra i due principi taoisti Yin (“oscurità”, “freddo”, …) e Yang (“luce”, “caldo”,…) : due principi opposti, ma che convivono in armonia completandosi, come “due facce della stessa medaglia”. Origine del Taiji: tra storia e leggenda   Secondo una leggenda, il Taiji, è stato creato da un Immortale Taoista di nome Chang San-feng (o anche Zhang Sanfeng) osservando un combattimento tra un cobra e un’aquila. Si narra che Chang San-feng rimase affascinato dalle tattiche di difesa del serpente: se il cobra avesse tentato di scappare infatti, sarebbe stato ferito da una pungente beccata e strangolato a morte nella morsa degli artigli dell’aquila. Controllando le sue paure e mantenendo una concentrazione totale sui vari affondi e ritiri dell’aquila, il cobra riuscì a non essere colpito dalle beccate dell’aquila e riuscì a mordere il collo dell’aquila uccidendola. Altre teorie sull’origine del taiji narrano che questa disciplina si è sviluppata nel corso dei secoli dalle sequenze di esercizi dei grandi maestri di kung fu, per questo rappresenta un sintesi degli stili interni ed esterni delle arti marziali cinesi. Qualunque sia l’origine, che oramai si fonde tra storie e leggende, il punto fermo è che il tai chi, secondo fonti e registri storici, nacque alla fine del XVII secolo, ma raggiunse l’attuale grado di diffusione tra la popolazione solo intorno al XX secolo. Oggi è molto comune vedere gruppi di anziani (o anche meno anziani!) che si esercitano nei vari stili di tai chi nei parchi delle città cinesi. Uno dei parchi preferiti è il Parco del Tempio del Cielo di Pechino. Fonte

Il Tai Chi migliora le prestazioni cognitive negli anziani

Il Tai Chi espande il volume del cervello nelle persone anziane e migliora le loro prestazioni cognitive di memoria e pensiero. Secondo un gruppo di scienziati della University of South Florida e della Fudan University di Shanghai, praticare il Tai Chi regolarmente avrebbe l’effetto, nelle persone anziane, di espandere il volume del loro cervello e migliorare le prestazioni cognitive di memoria e pensiero. I risultati si sono basati su 8 mesi di studio randomizzato e controllato in cui il gruppo di anziani che ha praticato il Tai Chi tre volte alla settimana, è stato messo a confronto con un gruppo che non ha praticato nessun esercizio.  Nel corso di questo stesso studio gli scienziati hanno anche verificato un significativo aumento di volume cerebrale e progressi cognitivi in ​​un terzo gruppo, che ha partecipato a discussioni vivaci tre volte alla settimana nello stesso periodo di tempo.  Il gruppo di controllo, che non ha partecipato agli interventi, ha mostrato infatti un restringimento del cervello (Brain Shrinkage), coerentemente con quanto avviene normalmente in persone di 60 e 70 anni.Ricerche precedenti avevano già evidenziato l’aumento di volume cerebrale come effetto di esercizi fisici aerobici, e in uno di questi studi è anche stato osservato un effetto di miglioramento sulla memoria; tuttavia, questo è il primo studio a dimostrare che un esercizio fisico non aerobico, il Tai Chi, così come il partecipare a discussioni stimolanti, induce un aumento del volume cerebrale e migliori prestazioni cognitive. Numerosi studi hanno dimostrato che la demenza, e la sindrome di graduale deterioramento cognitivo che la precede, è associata con crescente restringimento del cervello e che le cellule nervose e le loro connessioni vengono progressivamente perse. “La capacità di invertire questa tendenza con l’esercizio fisico e una maggiore attività mentale, implica la possibilità di ritardare l’insorgenza della demenza nelle persone anziane, attraverso interventi che hanno molti benefici per la salute fisica e mentale”, ha detto Dr. James Mortimer, professore di epidemiologia presso la University of South Florida College of Public Health. La ricerca suggerisce che l’esercizio aerobico sia associato ad un aumento della produzione di fattori di crescita del cervello. Resta da stabilire se le forme di esercizio come il Tai Chi, che includono un’ importante componente di esercizio mentale, possano portare a variazioni simili nella produzione di questi fattori. Fonte BIBLIOGRAFIA: Mortimer, J.A.,Ding, D., Borenstein,A.R., DeCarli, C., Guo, Q., Wu, Y., Zhao, Q., Chu, S., Changes in Brain Volume and Cognition in a Randomized Trial of Exercise and Social Interaction in a Community-Based Sample of Non-Demented Chinese Elders, Journal of Alzheimer’s Disease  2012; 30 (4). Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2012/06/tai-chi/

Il Tai Chi per chi soffre di osteoartrosi del ginocchio

La osteoartrite è una malattia degenerativa delle articolazioni che colpisce circa la metà dei soggetti con età maggiore di 60 anni. L’interessamento dell’articolazione del ginocchio è molto comune e può causare importanti limitazioni alla deambulazione. Le principali cause di questa patologia sono i traumi, un’anomalia di sviluppo delle articolazioni, il sovrappeso e un elevato stress articolare. Con il tempo le cartilagini del ginocchio si consumano e si espongono al contatto reciproco le superfici ossee. In questi ultimi anni sono state sviluppate numerose opzioni terapeutiche, che vanno dalla semplice terapia farmacologica all’iniezione locale di cortisonici o di acido ialuronico, fino alla sostituzione dell’articolazione con protesi artificiali. All’interno di un piano terapeutico trova spazio anche la fisioterapia, che mira ad aumentare la mobilità e la flessibilità dell’articolazione, nonché a rafforzare i muscoli della gamba. La terapia fisica, così come l’esercizio fisico, sono spesso efficaci nel ridurre il dolore e migliorare la funzione articolare. Una nuova prospettiva di terapia fisica dell’osteoartrosi viene da un recente lavoro pubblicato su Annals of Internal Medicine, che confronta i risultati della fisioterapia con quelli ottenuti con la pratica del Tai Chi. I 204 pazienti inclusi nello studio, sono stati randomizzati ad una serie di sedute di Tai Chi, per due volta al giorno, per dodici settimane, o ad un trattamento fisioterapico per due volte la settimana, per sei settimane, seguite da sei settimane di esercizio monitorato a casa. Le sedute di Tai Chi erano compiute sotto la guida di istruttori esperti. L’endpoint principale era la presenza di dolore articolare, valutato con la scala WOMAC. Gli endpoint secondari, valutati a 12, 24 e 52 settimane, hanno incluso tra gli altri, la funzionalità e la rigidità articolare, la presenza di depressione e i risultati del test del cammino di 6 minuti e di 20 metri. I partecipanti erano autorizzati a continuare ad utilizzare i loro farmaci consueti, quali i FANS e il paracetamolo. I risultati hanno evidenziato come entrambi i gruppi avevano un miglioramento del dolore e miglioramenti simili nella maggior parte degli endpoint valutati a 12 settimane e in tutti gli endpoint valutati a 24 e 52 settimane. Scorrendo i dati dello studio si vede come in effetti il Tai Chi abbia indotto un miglioramento maggiore rispetto alla fisioterapia nella maggior parte degli endpoint considerati, ma senza raggiungere la significatività statistica. Tranne nella valutazione della depressione, dove la disciplina cinese si è dimostrata superiore. Questa ricerca sembra quindi evidenziare come il Tai Chi possa essere consigliato ai pazienti con osteoartrosi, per il miglioramento della sintomatologia dolorosa e del benessere complessivo. La componente mentale e di socializzazione del Tai Chi potrebbe aggiungere specifici benefici aggiuntivi al semplice esercizio fisico. Fonte Chenchen Wang, et al. Comparative Effectiveness of Tai Chi Versus Physical Therapy for Knee Osteoarthritis. Ann Intern Med. 2016;165:77-86.

Disturbi della menopausa, curarli con il Tai Chi

Le donne che entrano nella fase della Menopausa attraversano un cambiamento ormonale che spesso ne trasforma l’umore e ne modifica radicalmente gli stili di vita. I disturbi della menopausa però si possono attenuare, per esempio praticando il Tai Chi. Il Tai Chi è un’antica arte marziale cinese che somiglia ad una ginnastica dolce, con movimenti eseguiti lentamente per rafforzare i muscoli, placare lo spirito e riequilibrare anche l’organismo. Esistono due modi per eliminare le vampate, lo squilibrio del ciclo sonno/veglia e i sudori notturni. Una è quella della chimica: assumere farmaci e integratori che riportino alla normalità. L’altra è appunto quella che vi abbiamo proposto: cambiare il vostro stile di vita. Uno studio un po’ datato ma sempre valido (Relation of demographic and lifestyle factors to symptoms in a multiracial/ethnic population of women 40-55 years of age; E. B. Gold et al., Am J Epidemiol, vol.152, no. 5, 2000) ha dimostrato che donne cinesi e giapponesi che praticano regolarmente il Tai Chi soffrono molto meno delle donne occidentali di incontinenza e perdite urinarie e di vampate e sudori. Un’altra ricerca condotta dal “Texas Tech University Health Sciences Center” suggerisce che l’unione di Tai Chi e Tè verde potrebbe provvedere a ridurre i rischi di osteoporosi nelle donne in menopausa. L’indagine è stata condotta su un campione di 170 donne con un’età media di 57 anni ed è durato circa 6 mesi. In Italia circa 5 milioni di persone sono colpite dall’osteoporosi e per l’80% si tratta di donne. Ora è possibile stabilire una correlazione diretta tra pratica di questa disciplina cinese e diminuzione dei disturbi della menopausa. Si raccomanda naturalmente di praticare questa attività sportiva con regolarità e costanza per rafforzarne i benefici. Le donne che tra le 170 sono risultate le meno colpite dai sintomi della menopausa risultavano essere coloro che assumevano te verde e praticavano il tai chi almeno tre volte a settimana. Cos’è il Tai Chi Il Tai Chi è un’arte marziale cinese basata sul concetto di equilibrio tra ying e yang. In realtà esso è anche una forma praticata in oriente di “Medicina preventiva”, una sorta di ginnastica in grado di prevenire dall’invecchiamento e mantenere in forma il più a lungo possibile. Il Tai Chi può essere inoltre praticato per aumentare l’equilibrio e ridurre i rischi di caduta negli anziani. Esistono vari stili di Tai Chi. Il più praticato è lo Yang. La pratica di quest’arte si avvale dell’uso di alcune forme: una concatenazione di gesti e movimenti che vengono eseguiti molto lentamente. Paradossalmente proprio nella lentezza dell’esecuzione sta l’effetto benefico dell’esercizio. Nell’eseguire i movimenti ci si esercita a regolare anche la tecnica di respirazione, producendo un effetto di rilassamento. Sgombrando la mente dalle preoccupazioni si riduce inoltre notevolmente il livello dello stress. I benefici di quest’arte marziale, come si vede, sono molteplici e le modalità con cui si pratica, la rendono molto adatta alle donne e agli anziani. Non perdete quindi l’occasione di prendere parte ad un corso di tai Chi appena possibile: potrebbe contribuire a eliminare molti disturbi della menopausa. Fonte

Tai Chi: 10 benefici e motivi scientificamente provati per praticarlo

Nel Tai Chi, ad esempio, si esegue una serie di movimenti lenti e circolari, come in una danza silenziosa. Ci si ricarica di energia o ci si rilassa proprio grazie ai movimenti del corpo. Le tecniche del Tai Chi hanno radici antichissime e si rifanno, tra l’altro, al Taoismo. Ancora oggi il Tai Chi è molto più di una semplice ginnastica. La scienza la sta prendendo in considerazione come forma di prevenzione e di medicina complementare e alternativa. Ecco alcuni dei principali benefici del Tai Chi: 1) Invecchiare beneIl Tai Chi è un vero e proprio toccasana per la salute degli anziani dopo i 60 anni, quando il corpo comincia a mostrare i segni di indebolimento. Lo afferma uno studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology e promosso dall’Hong Kong Polytechnic University. Su 69 soggetti anziani osservati, 29 praticavano Tai Chi da 3 anni o più per almeno un’ora e mezza alla settimana. I risultati hanno mostrato che questi soggetti risultavano più in salute soprattutto per quanto riguarda pressione arteriosa, resistenza vascolare e pressione del polso. Il Tai Chi prevede movimenti dolci e armonici che si possono praticare anche in età avanzata.Leggi anche: Tai Chi: la ricetta per invecchiare bene 2) Ridurre lo stressCome fare per ridurre lo stress? Innanzitutto è bene ritagliarsi un momento di relax ogni giorno. E il vostro rilassamento può essere accompagnato proprio dal Tai Chi, che può unire i benefici della meditazione a quelli del movimento. Con i suoi gesti lenti e circolari il Tai Chi non solo rende il copro agile e armonioso, ma ha anche un effetto benefico sul sistema nervoso, con una conseguente riduzione dello stress.Leggi anche: 10 modi a impatto zero per ridurre lo stress 3) Abbassare la glicemiaIl Tai Chi sarebbe benefico per abbassare la glicemia e indicato in particolare a chi soffre di diabete di tipo 2. Lo studio è stato condotto su un gruppo di diabetici coreani e ha avuto una durata di sei mesi. La pratica del Tai Chi è stata costante e regolare ed ha condotto ad una riduzione notevole della glicemia a digiuno. I pazienti hanno imparato a gestire meglio la malattia e a vivere con più energia e vitalità.Leggi anche: Tai Chi: e l’arte marziale ti cura il diabete 4) Ridurre pressione alta e colesteroloLa pratica del Tai Chi potrebbe essere utile per ridurre la pressione alta e il colesterolo. Lo hanno rilevato alcuni studi condotti presso l’Università di Taiwan, luogo dove per eccellenza gli abitanti praticano questa disciplina. Nel corso degli anni la scienza ha iniziato a confermare i numerosi benefici per la salute psico-fisica che questa pratica antica può apportare nella nostra vita quotidiana. Il Tai Chi forse non può fare miracoli, ma tentar non nuoce, visto che fare un po’ di attività fisica in più può essere un vero toccasana.Leggi anche: Pressione alta: 10 rimedi naturali per abbassarla 5) Benessere del cuoreTai Chi, benefico per il cuore e indicato per chi ha problemi di insufficienza cardiaca. Lo evidenzia uno studio condotto dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston su 100 pazienti. Il Tai Chi ha un impatto positivo sulla qualità della vita e sul benessere. Ha permesso ai pazienti di vincere la pigrizia e allo stesso tempo di non compiere sforzi eccessivi senza rinunciare a fare movimento. 6) Dormire meglioPraticare il Tai Chi può rivelarsi utile in caso di problemi del sonno. Presso l’Università della California è stato condotto uno studio su 112 persone anziane con disturbi del sonno moderati. Sedici settimane di pratica del Tai Chi hanno migliorato la qualità della vita e la durata del sonno in modo significativo. Lo studio è stato pubblicato nel numero di luglio 2008 della rivista scientifica Sleep. 7) Riprendersi dopo un ictusCome evidenziato dall’Università di Harvard, uno studio pubblicato nel numero di gennaio 2009 della rivista scientifica Neurorehabilitation and Neural Repair ha rivelato che in 136 pazienti che avevano avuto un ictus almeno 6 mesi prima, 12 settimane di pratica del Tai Chi hanno contribuito a migliorare l’equilibrio, accompagnate da un programma di riabilitazione composto da esercizi di respirazione, di stretching, per i muscoli e per le articolazioni, e da passeggiate a piedi. 8) Trattare i sintomi della depressioneUno studio pubblicato sull’American Journal of Geriatric Psychiatry ha evidenziato che accompagnare i comuni trattamenti per i sintomi della depressione con il Tai Chi può aiutare a migliorare la qualità della vita e lo stato di salute dei pazienti. Lo studio è stato condotto su persone anziane che, nonostante l’avanzazmento dell’età, hanno potuto praticare il Tai Chi grazie ai suoi movimenti lenti e delicati. 9) Benefici per il cervello e la concentrazioneI ricercatori della University of South Florida hanno collaborato con gli esperti cinesi per approfondire i benefici del Tai Chi sul cervello. Hanno scoperto che, dopo 40 settimane, coloro che avevano praticato il Tai Chi tre volte alla settimana hanno beneficiato dei maggiori miglioramenti per il cervello, in particolare per quanto riguarda il suo volume, che potrebbe ridursi con l’avanzare dell’età. Ciò sarebbe dovuto all’elevato livello di attenzione e di concentrazione necessario per eseguire in modo corretto i movimenti del Tai Chi. 10) Benefici per le articolazioniUno studio condotto presso il Tufts Medical Center ha evidenziato che gli adulti che soffrivano di osteoartrite alle ginocchia hanno visto un vero e proprio miglioramento dei sintomi per quanto riguarda il dolore e la funzionalità delle articolazioni praticando tai chi due volte alla settimana. Oltre ai benefici per il corpo, le ricerche hanno evidenziato effetti positivi del Tai Chi per alleviare l’ansia e per migliorare la respirazione, grazie a una combinazione di movimento e meditazione. Fonte

Corsa e Tai Chi, elisir per gli over 50: lunga vita a neuroni e memoria

Una corsa nel parco aiuta a ragionare meglio. La ginnastica con i pesi serve invece ad allenare la memoria. Ma il primo premio, fra le forme di esercizio fisico che fanno bene al cervello dopo i 50 anni, va al Tai Chi. Coordinamento, precisione dei movimenti e relativa semplicità rendono questa disciplina vicina alle arti marziali un elisir di lunga vita per i neuroni. Se è vero infatti che ogni sport fa bene a ogni età, un gruppo di ricercatori dell’università di Canberra ha cercato di stilare una guida con le varie discipline e i relativi benefici per gli over 50: un’età critica, scrivono i medici australiani “per ridurre il rischio di demenza o altre malattie neurodegenerative”. Ma anche, senza dover necessariamente pensare all’Alzheimer, per godere degli effetti positivi dello sport su umore e crescita di nuovi neuroni. Lo studio – pubblicato sul British Journal of Sports Medicine – analizza 39 pubblicazioni recenti, sintetizzandone i risultati. Divide le discipline sportive in due grandi famiglie: aerobiche e di forza. Delle prime fanno parte la corsa o la camminata a passo svelto, il nuoto, la bicicletta e in generale tutte le attività che possono essere svolte per tempi lunghi al prezzo di un fiatone moderato. Gli sport di forza invece sono quelli che rafforzano i muscoli soprattutto attraverso l’uso di pesi. “Le attività aerobiche – spiegano i ricercatori – sono benefiche soprattutto per le funzioni cognitive del cervello”. Migliorano cioè la capacità di ragionare, comprendere idee, imparare, fare collegamenti, usare la propria creatività. Stesso effetto avrebbero due pratiche non facilmente classificabili, come  il Tai Chi. Quest’ultimo, scrivono gli scienziati “è uno sport non convenzionale ma è particolarmente adatto a persone non completamente efficienti dal punto di vista fisico”. Quando si tratta invece di potenziare la memoria (che, sarà un caso, viene spesso paragonata a un muscolo), gli sport di forza hanno “un effetto pronunciato”. Affinché gli effetti dell’esercizio fisico si facciano sentire anche sul cervello, avvertono i medici australiani, bisogna arrivare alla soglia dei 45-60 minuti di attività almeno moderata (un minimo di fiatone deve farsi sentire). Sulla frequenza, vale un unico motto: il più spesso possibile. Anche una singola giornata di sport è preferibile alla poltrona. La ginnastica infatti agisce sul cervello promuovendo la divisione dei neuroni (soprattutto nell’ippocampo, l’area legata a memoria e apprendimento) e aumentandone la plasticità (cioè la capacità di formare sempre nuove connessioni). Favorisce poi la nascita di nuovi vasi sanguigni (migliora dunque l’arrivo dei nutrienti ai tessuti cerebrali) e riduce i processi infiammatori. Uno studio americano, a giugno dell’anno scorso, era andato a caccia del collegamento fra i benefici dello sport sui muscoli e quelli sul cervello. I ricercatori finanziati dai National Institutes of Health avevano scritto su Cell Metabolism che un particolare enzima (la catepsina) B viene prodotto dai muscoli dopo uno sforzo, riesce a superare la quasi impenetrabile barriera sangue-cervello e qui entra in azione, promuovendo la nascita di nuovi neuroni. A gennaio del 2016, sul Journal of Physiology , un gruppo dell’università finlandese di Jivaskyla aveva misurato nei roditori l’effetto dei vari sport sui neuroni dell’ippocampo.La massima proliferazione coincideva con gli sport aerobici, seguiti a ruota da quelli di forza. Nessun vantaggio (per il cervello) arrivava invece dall’allenamento ad alta intensità, fatto di sforzi brevi ma molto vigorosi. FONTE

QiGong e TaijiQuan: arte oltre la medicina. La ginnastica medica millenaria che aiuta a guarire corpo, mente e spirito. Parte 2

Anticamente avevano compreso che determinate azioni, così come certi tipi di respirazione e pronuncia, regolarizzavano le funzioni del corpo umano. Sapevano che il solo gesto di distendere gli arti aveva la precisa funzione di dissipare il calore, mentre raggomitolare il corpo non lasciava passare il freddo. E che dire, invece, del fatto che il suono “HA” rimuove i ristagni e scansa il calore mentre il suono “XU” allevia il dolore. Nel capitolo dedicato ai fondamenti teorici del QiQong (Taijiquan stile chen xiaojia e qigong, viene riportata una frase importante scritta nel Su Wen del Canone di medicina interna dell’imperatore Giallo “Quelli che soffrono di disturbi dovuti a lentezza renale, possono rivolgersi verso sud dalle 3 alle 5 del mattino, sgombrare la mente da tutti i pensieri, trattenere il fiato senza respirare per sette volte, ingoiare il respiro allungando leggermente il collo per mandarlo giù scorrevolmente, come se si stesse ingoiando qualcosa di molto pesante. Dopo aver fatto questo per sette volte, ingoiare l’abbondante saliva sublinguale”. Questi esercizi che a noi possono apparire bizzarri, sono tuttavia la riprova che un tempo si conoscevano metodi semplici e in linea con la natura per mantenere uno stato di benessere. Oggi preferiamo ingoiare una pillola senza neppure pensare alla reale causa dei disturbi che accusiamo. Le nozioni così incredibilmente evolute sono frutto di una conoscenza globale di Madre Natura. E’ imitando le funzioni e i movimenti di ciò che vive intorno a noi, infatti, che possiamo acquistare equilibrio e salute: “Soffiare e sbuffare, esalare e inalare, liberarsi dal vecchio e prendere il nuovo, contrarsi come l’orso e allungarsi come l’uccello, tutto aiuta a prolungare la vita” (Zhuangzi – 369-286 a.C.). Ginnastiche come il QiGong si basano sulla stimolazioni di tre punti fondamentali denominati dantian. Il primo è situato tra le sopracciglia, il secondo corrisponde al punto Ren Mai 17 (Shan Zhong) e il terzo, quello inferiore, a circa sei centimetri dall’ombelico, nel punto di agopuntura Ren Mai 4. Esperimenti scientifici recenti hanno dimostrato che la «stimolazione del dantian e la pressione di altri punti producono effetti diretti sui sistemi nervoso ed endocrino, regolando in tal modo le funzioni di certi organi interni. Si sono ottenuto risultati analoghi nel QiGong con la stimolazione del dantian indotta dal controllo mentale», continuano gli autori. Nella pratica del QiGong, il dantian è utilizzato come fulcro dell’attenzione e funge come una sorta di catalizzatore in grado di produrre uno profondo stato di tranquillità mentale. Alcuni studi hanno evidenziato, attraverso un tracciato elettroencefalografico, come le onde cerebrali di un individuo normale siano caratterizzate da alta frequenza e bassa ampiezza (50 microvolt), mentre i praticanti di QiGong mostrano un numero onda alfa di frequenza pari a 8 hertz ad alta ampiezza (180 microvolt): una differenza incredibile che mostra anche una sincronizzazione dei vari distretti cerebrali. Questo significa che si innesca uno stato di profonda tranquillità ma anche un miglior funzionamento, nel suo complesso, a livello cerebrale. Anche il Taijiquan, che prevede esercizi molto simili, apporta grandi benefici all’intero organismo. Negli ultimi anni sono stati davvero numerosi gli studi in merito all’associazione tra arti tradizionali e salute. Per esempio, nel 2006 e nel 2007 sono stati condotti studi relativi alla perdita di densità ossea, in cui si è potuto constare che chi praticava Taiji era riuscito a ritardare la perdita ossea e il numero di fratture in maniera particolarmente evidente rispetto a chi non l’aveva praticato. Ottimi risultati anche nei pazienti sofferenti di diabete, i cui studi hanno rilavato un’efficacia nel migliorare il controllo glicemico. Stessa cosa dicasi per la risposta immunitaria, decisamente migliore nelle persone che praticavano QiGong o Taiji. Le ginnastiche mediche hanno inoltre dimostrato attraverso numerosi studi la loro validità contro ansia, depressione, scarsa autostima, e nel ridurre le cadute nell’anziano. Tutti questi studi – moderni – non fanno altro che confermare l’incredibile sapienza e saggezza che gli antichi hanno cercato, per anni, di approfondire e lasciarci in eredità. Una sapienza che non deve essere migliorata né sprecata o ignorata, bensì resa disponibile all’intera umanità, perché finalmente possa crescere vivendo armonia con l’intero Universo. Fonte

QiGong e TaijiQuan: arte oltre la medicina.La ginnastica medica millenaria che aiuta a guarire corpo, mente e spirito parte1

Per gli “addetti ai lavori” ormai è risaputo e appare una situazione normale: le antiche tradizioni orientali portano con sé un bagaglio culturale e medico che spesso riesce a superare brillantemente le conoscenze occidentali basate su complesse ricerche scientifiche. Il punto di forza risiede senz’altro nella approfondita conoscenza dell’essere umano, non rappresentato unicamente da un corpo fisico, ma da pura “energia” che sottintende a tutte le leggi dell’Universo. Una volta comprese queste ultime, infatti, è molto più semplice capire i meccanismi di causa/effetto che sorgono in caso di patologie. Anzi, in realtà la vera sapienza sta proprio nel saper prevenire le malattie prima che si manifestino, leggendo intrinsecamente tra i segnali che la nostra mente e il nostro corpo ci inviano. In pratica, da sempre, l’Oriente ha una vastissima conoscenza dell’Universo e dei suoi meccanismi; situa l’uomo all’interno di un sistema molto più ampio. Non può quindi soffermarsi sulle singole funzioni di organi o psiche senza prima conoscerne l’intera struttura. Un po’ come dire che noi studiamo le cellule che vivono all’interno del nostro corpo, ma non ci rendiamo conto che noi stessi siamo cellule all’interno di un ulteriore corpo chiamato Gaia. Anch’esso, a sua volta, vive all’interno di un altro corpo, definito sistema solare e così via. Si potrebbe dire che per la medicina Orientale le parole di Giordano Bruno: “Viviamo in Infiniti Mondi” erano tutt’altro che eretiche ma ben comprensibili. Ogni malattia, secondo la medicina cinese, è semplicemente il risultato di uno squilibrio energetico, dovuto a un difetto di assimilazione o produzione del Qi (l’energia). Esso viene prodotto per mezzo dei nostri organi e assimilato attraverso i nostri visceri, circolando attraverso quelli che in medicina cinese vengono chiamati meridiani. Il Qi può essere modificato anche attraverso i cibi che assumiamo o dall’aria che respiriamo, tenendo presente che ognuno di noi ha un Qi “naturale”(il Jing) , quello che ci viene “regalato” dai nostri genitori al momento del concepimento. Secondo gli esperti, l’approccio occidentale, non tiene conto di questi fattori e si può dire che è esattamente l’opposto di quello orientale. Questo perché «La medicina occidentale studia soprattutto la materia, cioè la struttura, l’organo, e da essi parte per capire la sua funzione e quindi l’energia. La medicina orientale e invece, ha percepito inizialmente il Qi e, dal suo studio, arriva alla funzione e infine all’organo». Tale sapienza qui non era così sconosciuta un tempo, soprattutto in ambito filosofico, quando Talete similmente affermava che la materia fosse animata e che lo spirito si incarnasse in essa. Parlando di benessere, secondo l’ottica orientale, si potrebbe dire che conoscendo le leggi del cosmo (Dao) possiamo imparare a prevenire le malattie prima ancora che si manifestino, o comunque possiamo mantenere uno stato di salute ottimale. Tra le tante tecniche ci sono due arti tradizionali che possono essere eseguite da chiunque e che apportano numerosi benefici sia a livello mentale che fisico. Si tratta del Qi Gong e del Taijiquan. Entrambe le tecniche sono una sorta di ginnastica molto lenta, ma dai movimenti armonici e sinuosi che promuovono la salute attraverso la stimolazione dei meridiani energetici. Anch’esse si basano su una conoscenza della natura e del corpo umano che lascia sbalordito chiunque tendi di approfondirne i meccanismi.(CONTINUA)

Tai Chi e Alzheimer (Terapia di Integrazione Emotivo-affettiva)

Proponiamo il sunto di un articolo del Dott. Romeo Lucioni con una proposta per la riabilitazione: La malattia di Alzheimer è una demenza degenerativa cronica e progressiva per la quale non sono state ancora trovate né una eziologia né una terapia farmacologica soddisfacente. Seppure non guaribile, questa sindrome, caratterizzata soprattutto dalla compromissione delle funzioni mentali e cognitive, permette uno “spazio” di “curabilità” che tende ad ampliarsi sia per l’efficacia di nuovi farmaci, sia per gli interventi riabilitativi specifici e quelli psicoterapeutici che tendono a ripristinare e a ristrutturare le funzioni psichiche. Fra queste terapie non farmacologiche assume una importanza rilevante l’ E.I.T. (Terapia di Integrazione Emotivo-affettiva) che utilizza come base il Tai Chi Chuan e che si è andata strutturando attraverso le esperienze di terapia sensomotoria, terapia emotivo-affettiva ed espressivo relazionale. È un intervento psicoterapeutico che, al di là delle considerazioni psicodinamico- interpretative, utilizza il movimento, le sensazioni, le emozioni, gli affetti e le elaborazioni razionali, oltre a quelle intuitivo-istintive, per dare al “soggetto malato” la possibilità di ristrutturare le proprie potenzialità psico-neuro-biologiche, permettendo così un recupero delle funzioni di base ed una riabilitazione reale e quantificabile. L’E.I.T. ha degli obiettivi centrati sui pazienti, tra i quali vanno sottolineati: •  controllo della sintomatologia psico-comportamentale;•  ristrutturazione delle potenzialità adattive dell’Io;•  contenimento e modulazione delle risposte emotive;•  rafforzamento delle disponibilità affettive e relazionali;•  recupero delle potenzialità motorie e percettive;•  riscoperta delle variabili modulatrici che, filtrate dall’affettività, stimolano le capacità di fronteggiare il disagio e le limitazioni;•  desiderio di autoscoperta e volontà propositiva nella ricerca di autonomia e di libertà;•  freno alla tendenza ad isolarsi ed a “ristagnare” in qualche angolo, facendo assumere un ruolo da protagonista Le osservazioni sin qui riportate hanno condotto a considerazioni di particolare interesse per quanto riguarda i miglioramenti ottenuti: 1.  Riduzione o scomparsa di una emotività esplosiva e incontrollabile2.  Scomparsa delle tendenze alla fuga3.  Aumento delle aspettative.4.  Recupero motorio e del ritmo gestuale.5.  Capacità di relazionarsi.6.  Trasmettere ad altri la propria sensibilità,7.  Recupero dell’iniziativa.8.  Recupero dell’umorismo e del sarcasmo.9.  Recupero della mimica.10.  Capacità cognitive. Capacità mnesiche Tai Chi e Demenza senile Dopo otto mesi di questo esercizio leggero, anziani cinesi sani in un recente studio randomizzato e controllato vantavano importanti benefici relativi al cervello. PROBLEMA: Anche se studi precedenti hanno dimostrato la capacità dell’esercizio aerobico per aumentare il volume del cervello e migliorare la memoria, non è chiaro se una forma meno intensa di esercizio fisico, in particolare il Tai Chi, può generare gli stessi vantaggi del cervello. METODOLOGIA: Gli scienziati della University of South Florida e Fudan University hanno condotto uno studio di 40 settimane randomizzato e controllato con 120 anziani non affetti da demenza, Shanghai in Cina. Hanno confrontato la salute cognitiva dei praticanti Tai Chi con quella di membri di un gruppo che non hanno subito alcun intervento, con esami di risonanza magnetica nonché misure neuropsicologiche per la demenza, la capacità di apprendimento, e la fluenza verbale per tutto il periodo di studio. RISULTATI: I soggetti del gruppo di controllo hanno mostrato un restringimento del cervello coerente con ciò che è stato generalmente osservato tra le persone tra 60 e 80 anni. I partecipanti che praticavano Tai Chi tre volte alla settimana, tuttavia, hanno mostrato un significativo aumento del volume del cervello, nonché miglioramenti nella loro memoria e nei punteggi dei test di pensiero. CONCLUSIONE: Un regime di regolare esercizio Tai Chi ingrandisce il cervello e migliora le capacità cognitive degli anziani. IMPLICAZIONE: Dal momento che ricerche precedenti hanno dimostrato un legame tra demenza e restringimento del cervello, una forma meno intensa di esercizio aerobico, come il Tai Chi, può ritardare l’insorgenza di questa malattia mentale degenerativa. FONTE: Tai Chi chuan e patologie croniche e degenerative| Blog Centro del Loto