Ennea&ArTe: Caravaggio – tipologia Otto

A cura di Liliana Atz Per capire un artista, per provare a interpretare il suo personaggio, tra le tante realtà possibili è importante analizzare quello che le biografie raccontano di lui. Cosa si nasconde, infatti, dietro la genialità di taluno? Quali ombre caratterizzano l’altra faccia della sua vita, la sua psicologia? Come sentire l’artista dal “di dentro? Studiando il personaggio alla luce di EnneaMediCina andiamo a conoscerlo meglio. “Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi nacque a Milano il 29 settembre 1571 (ca.) Considerato oggi uno dei più celebri rappresentanti dell’arte occidentale di tutti i tempi è il fondatore della corrente naturalistica moderna, in contrapposizione al Manierismo e al Classicismo, così come precursore della sensibilità barocca La principale componente del suo stile consiste nella realizzazione della prospettiva e della tridimensionalità attraverso l’utilizzo drammatico e teatrale della tecnica del chiaroscuro. I genitori del pittore, Fermo Merisi e Lucia Aratori, erano nativi di Caravaggio. Si sposarono il 14 gennaio 1571  con la protezione e l’aiuto del marchese di Caravaggio e conte di Galliate Francesco I Sforza, che fece anche da loro testimone di nozze” (fonte Wikipedia). Riflessione: vi era usanza di far accasare le donne compromesse (dai nobili). Che fosse questo uno di quei casi? Come fu quindi il rapporto di Caravaggio con Fermo Merisi? Quanto la relazione con i familiari segnò la sua parte umana? “Animo particolarmente irrequieto, nella sua vita egli affrontò gravi vicissitudini fino alla data cruciale del 28 maggio 1606 quando, commesso omicidio durante una rissa e condannato a morte, dovette fuggire dalla città di Roma per scampare alla pena capitale (fonte Wikipedia)”. Secondo la visione psicologia dell’Enneagramma dietro l’interpretazione della realtà deformata fin dall’infanzia dall’aspetto soggettivo dietro cui ognuno impara a mascherare la propria individualità si nasconde la separazione dal Sé e dal divino. L’essere umano è interiormente in disequilibrio in quanto non possiede un unico Io, ma molti aspetti contrastanti l’uno con l’altro che si interscambiano di momento in momento, estendendosi tra poli estremi: irredento (immaturo, malsano) e redento (maturo, sano). Dall’analisi della sua biografia Caravaggio apparteneva all’enneatipo Otto e al centro dell’istinto. Questa tipologia indicata come il Leader è caratterizzata dalla passione  della lussuria e dalla fissazione  della vendicatività. L’emozione di fondo alla base delle sue azioni è la rabbia/rancore. Questo Enneatipo tende a schivare la debolezza, esalta la propria forza e non conosce mezze misure. La sua realtà si basa sullo scontro, sul controllo e sulla forza. Disprezza i codardi e l’eccessiva indolenza. Autoritario e combattivo vuole essenzialmente il potere sugli altri, vendicandosi così dei conflitti e delle ingiustizie patiti nell’infanzia. Fonte: Wikipedia Fonte: EnneaMediCina. Le Cinque Vie dell’Anima A seguire lo studio di altri artisti….

Occidente: la genesi della vita – estratto del libro in…..pillole

OCCIDENTE: LA GENESI DELLA VITA Ogni uomo ha una sua storia personale, ma, nascosto al mondo visibile, si cela un mondo sottile, un mondo di Creazione. Come si genera la vita, cosa si cela dietro un fiore, un animale, un Uomo? La scienza occidentale si racconta in EnneaMediCina. Ma c’è un’altra visione del mondo, della vita che in Occidente non viene ancora sufficientemente considerata. Scopriremo questo mondo nel prossimo video. Continua a seguirci e non dimenticare di acquistare il libro e di cliccare  sotto il video Youtube  il tuo MI PIACE! IL LIBRO: “………Il programma contenuto nell’ovulo fecondato si differenzia in tre sotto programmi interdipendenti che danno vita a linee di sviluppo cellulare autonome: l’endoderma all’interno, il mesoderma in mezzo e l’ectoderma all’esterno. E’ quest’ultimo il foglietto che, nel corso dell’evoluzione, aumenta maggiormente in complessità, creando il sistema nervoso, che può essere ripartito in strutture interconnesse e cooperanti fra loro, denominate sistema nervoso centrale e periferico La funzione del sistema nervoso centrale è quella di completare e coordinare le percezioni sensoriali originate sia dall’esterno che dall’interno del corpo e di creare delle risposte motorie che diano avvio o regolino le funzioni di specifiche strutture come i muscoli o le ghiandole. Il sistema nervoso periferico si divide in due parti principali denominate sistema nervoso somatico e sistema nervoso autonomo. Quest’ultimo a sua volta, si divide in tre parti: il sistema nervoso simpatico, parasimpatico ed enterico. Il sistema nervoso enterico può essere paragonato ad un’enorme fabbrica chimica, perché produce i neuromediatori con i quali comunica, tramite il sistema nervoso autonomo col cervello di testa. La testa, la “banca delle emozioni”, così come il cervello addominale, raccoglie e memorizza tutte le reazioni, i dati e gli stress , comprese le emozioni negative, che rendono quest’asse ipersensibile per tutta la vita ……” https://youtu.be/RTeSEdrvyY0

Estratto del libro in…. Pillole – Parte 1: Prefazione

Con questo video inizierà un ciclo di letture introduttive alla crescita personale e spirituale proposta in EnneaMediCina. Le Cinque Vie dell’Anima. La serie, di questo estratto del libro in pillole, a cura di Liliana Atz, si prefigge di introdurre alla comprensione del testo nelle sue molte sfaccettature. Il periodo complesso che stiamo vivendo richiede “strumenti” innovativi, che portino ad ampliare la nostra visione del mondo e del senso della nuova realtà che ci circonda. “…Se volessimo immaginare di tornare indietro sino al principio senza principio, prima di prima, troveremmo l’estensione buia e senza confine dell’infinito e, in essa, osserveremmo il generarsi di una spirale che darebbe vita ad altre spirali, tutte recanti l’informazione di base contenuta nella vibrazione infinita….” https://youtu.be/_Fz39c-l_9g

EnneaMediCina: pronti a iniziare?

Se non ti chiedi mai chi sei e perchè rispondi “SEMPRE UGUALE” agli stimoli della VITA. Se scivoli nel CONFORMISMO del conosciuto e del “COSI’ FAN TUTTI”, questo libro NON è per te! Se cerchi il SENSO di ciò che sei, di ciò che la tua vita ti sta spingendo ad ESSERE EnneaMediCina E’ il libro giusto per te! Continua a seguirci e non dimenticare il tuo MI PIACE!

Il Tai Chi non ha età: aiuta la memoria, placa i dolori.

L’ultima conferma arriva da uno studio su ultrasettantenni dell’università dell’Oregon, che mostra come quattro mesi di pratica siano più efficaci dello stretching o di altre ginnastiche ad hoc. In più, come hanno rivelato altre ricerche, i movimenti dolci del Tai Chi aiutano la memoria e migliorano la qualità di vita di chi soffre di osteoartrite e anche di Parkinson. Spesso definito ginnastica dolce, il Tai Chi Chuan ( o Taijiquan secondo il metodo di traslitterazione scelto) è un’arte marziale interna, legata al Wushu Kung fu, con cui condivide alcuni principi e soprattutto al Chi Kung (o Qi Gong), la ginnastica medica cinese. «Il Tai Chi è un’arte marziale che nasce come allenamento al combattimento e forse questo ha portato i medici a studiare di più il Qi Gong, anche se i principi su cui si basano i movimenti sono gli stessi » , spiega Lucio Sotte, specialista in Medicina tradizionale e ginnastiche cinesi. Proprio quest’aspetto marziale può invogliare chi non ama l’idea di un’attività soft a imparare la sequenza più o meno lunga di movimenti che sta alla base del Tai Chi: quella che può apparire come una danza è infatti un combattimento con un avversario ombra, che regala a chi lo pratica una muscolatura di tutto rispetto. «Tra i vari stili quello più adatto a chi si avvicina alla pratica in età matura è lo Yang, mentre la forma Chen richiede più sforzo», fa notare l’istruttrice Maria Grazia Franzoni. Si può praticare con soddisfazione a 80 anni e oltre anche se chi ha difficoltà a coordinare i movimenti potrebbe incontrare all’inizio delle difficoltà. « È un percorso che richiede pazienza, ma è adatto a un praticante maturo e a persone con limitazioni di movimento — dice Sharon Gould, istruttrice in corsi per anziani — e aiuta a rafforzare le gambe e a migliorare equilibrio e postura » . Non ci sono, dunque, controindicazioni tranne per « chi ha problemi cardiovascolari seri » , precisa Sotte. E la prevenzione delle cadute è solo uno dei benefici di un esercizio che migliora umore e circolazione. « Per la tradizione cinese, l’allenamento muscolare ottenuto grazie ai movimenti rotatori si riflette sull’attività degli organi interni », prosegue il medico. Un esempio sono i vantaggi legati alle tecniche di respirazione — addominale e controaddominale o inversa — abbinate all’esercizio: «Queste tecniche, e soprattutto la respirazione controaddominale, portano ad abbassare il diaframma e a sfruttare di più la capacità polmonare che di solito utilizziamo in minima parte — spiega Sotte — oltre a compiere un massaggio dei visceri e a migliorare la circolazione » . Ma ci sono altri vantaggi: « Il Tai Chi richiede attenzione, bisogna seguire il ritmo e le istruzioni dell’istruttore e questo obbliga a staccare la mente», spiega Franzoni. Va detto poi che il Tai Chi è uno strumento di prevenzione a basso costo: «Gli esercizi una volta imparati possono essere eseguiti a casa o praticati in gruppo con il vantaggio che le persone socializzano » , conclude Sotte. E proprio la socialità è uno dei pregi di questa attività che è una sfida con se stessi e non una competizione con i compagni di pratica. FONTE

Taijiquan:l’arte marziale interiore

Il Taijiquan, conosciuto in occidente come Tai chi è un’arte marziale cinese “interiore”, in contrasto con le arti marziali “esteriori”, come il kung fu Shaolin. Le arti marziali interne (Neijia) tendono a sviluppare prima di tutto la forza interiore e l’energia vitale qi che scorre nel corpo. La scuola di rifermento è il Monastero di Wudang situato tra gli omonimi monti nella Cina centrale. Al contrario, le arti marziali esterne (Waijia) prediligono le pratiche volte a rafforzare il fisico e si dice siano nate nel Monastero Shaolin, da cui prende il nome la famosa scuola. Molti grandi maestri di arti marziali paragonano la differenza tra interiore ed esteriore a quella che esiste tra i due principi taoisti Yin (“oscurità”, “freddo”, …) e Yang (“luce”, “caldo”,…) : due principi opposti, ma che convivono in armonia completandosi, come “due facce della stessa medaglia”. Origine del Taiji: tra storia e leggenda   Secondo una leggenda, il Taiji, è stato creato da un Immortale Taoista di nome Chang San-feng (o anche Zhang Sanfeng) osservando un combattimento tra un cobra e un’aquila. Si narra che Chang San-feng rimase affascinato dalle tattiche di difesa del serpente: se il cobra avesse tentato di scappare infatti, sarebbe stato ferito da una pungente beccata e strangolato a morte nella morsa degli artigli dell’aquila. Controllando le sue paure e mantenendo una concentrazione totale sui vari affondi e ritiri dell’aquila, il cobra riuscì a non essere colpito dalle beccate dell’aquila e riuscì a mordere il collo dell’aquila uccidendola. Altre teorie sull’origine del taiji narrano che questa disciplina si è sviluppata nel corso dei secoli dalle sequenze di esercizi dei grandi maestri di kung fu, per questo rappresenta un sintesi degli stili interni ed esterni delle arti marziali cinesi. Qualunque sia l’origine, che oramai si fonde tra storie e leggende, il punto fermo è che il tai chi, secondo fonti e registri storici, nacque alla fine del XVII secolo, ma raggiunse l’attuale grado di diffusione tra la popolazione solo intorno al XX secolo. Oggi è molto comune vedere gruppi di anziani (o anche meno anziani!) che si esercitano nei vari stili di tai chi nei parchi delle città cinesi. Uno dei parchi preferiti è il Parco del Tempio del Cielo di Pechino. Fonte

Coronavirus: la visione medico-filosofica cinese

di Liliana Atz Il Coronavirus (COVID-19) è  responsabile dell’epidemia che sta bloccando l’Italia e buona parte del mondo e che sta modificando la vita di molte persone in questo primo scorcio del 2020. Si manifesta con febbre, problemi respiratori e polmonari. La sua virulenza ha già portato a morte molte persone. Gli esperti stanno cercando di trovare la fonte di questa nuova ”peste”, ma ad oggi, nonostante tante ipotesi, non vi sono certezze. L’antica visione medico-filosofica cinese associa l’organo Polmone ed il viscere Intestino Crasso all’elemento Metallo. L’ideogramma cinese di Metallo significa “Oro”, un metallo, quindi di grande valore, inossidabilità e durevolezza. Per l’alchimia cinese i metalli preziosi estratti dalla Terra, sono dei pezzi di stelle cadute ed il movimento Metallo è una chiara allusione alla simbologia dell’energia celeste, che si condensa in questo modo sulla terra, stabilendo così una connessione tra l’energia umana e quella dell’universo. “Connessione con l’universo”, in una società globalizzata e dedita allo sfruttamento dell’ambiente e delle persone come la nostra è una parola davvero grande. L’uomo dei nostri giorni ha perso il contatto con la natura, con la Terra e con il proprio Sé. L’infinità di malattie psico-fisiche che, nonostante il benessere materiale attanagliano la vita di molti individui, ne sono una testimonianza costante. Nemmeno la Cina è immune da questa piaga. La ricerca di benessere materiale ha portato la popolazione del Fiume Giallo ad uno sfruttamento intensivo del territorio e ad un oblio delle antiche credenze che legavano strettamente l’uomo all’ambiente. E proprio da lì il contagio ha avuto inizio…. Il Metallo – dice l’antica Medicina Cinese – è un cambio di stato, una modalità di relazione con l’esterno, la capacità di accettare ciò che è fuori di Sé e di comunicare con l’altro, pur rimanendo sé stessi. Simboleggia, infatti, il rispetto di Sé e la relazione tra il proprio mondo interiore col mondo esterno, con l’altro da Sé. Ma in un mondo globalizzato dove il malessere sociale, l’aggressività, una epidemica mancanza di valori, annegati nell’uso di alcool, droga e shopping compulsivo e dove il timore per il futuro, caratterizza la vita di molte persone, non è di certo la maggioranza quella che riesce a non farsi portare dall’onda lunga del “tutto di fuori”. Ma senza il “mondo di dentro” non c’è equilibrio e l’uso massiccio di tranquillanti e sonniferi ne è la conferma. Al Metallo, per la Medicina Tradizionale Cinese, sono associati il naso, la pelle e i peli e l’emozione della tristezza, un’emozione potente, ma poco accettata dalla società dei consumi. La tristezza, l’accettare di non essere al top sempre e comunque, costituisce, in realtà, la capacità dell’organismo di tornare a sé per rinnovarsi. Attraverso i bulbi olfattivi il Polmone si collega al sistema limbico del cervello, il luogo dove si generano le risposte emotive ed istintive, con le loro potenzialità di cambiamento. Ma una società in corsa non si ferma facilmente e poi arriva un virus, un qualcosa di minuscolo, di invisibile, che intacca pesantemente i Polmoni e blocca il mondo. Per chi vuole capire…. Tratto da: EnneaMediCina: le Cinque Vie dell’Anima

Cervello e movimento

Il prof. Carlo Ventura,  professore ordinario presso Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale — DIMES,  afferma : “Non c’è alcun fenomeno biologico importante che non sia causato dal movimento. …E’ emerso come non ci sia cambiamento dell’attività genica che non avvenga senza movimenti del DNA, deformazioni e vibrazioni del nucleo e di quel complesso di microfilamenti e microtubuli che chiamiamo citoscheletro. I movimenti precedono gli stessi cambiamenti di funzione ai vari livelli cellulari…..Applicare una vibrazione sonora ad una cellula o a molecole segnale all’interno di una cellula, può far vibrare queste strutture, generando cambiamenti di morfologia e di funzione. I suoni e i movimenti possono dunque essere visti come un “dialogo molecolare” all’interno di cellule e tessuti”. “E’ sempre più chiaro – afferma il prof. Ventura – che lo sviluppo del sistema nervoso e di quello cardiovascolare avvengono attraverso un’azione coordinata di fattori comuni che guidano il differenziamento e la migrazione di future cellule neuronali e cardiovascolari. Ricerche molto recenti dimostrano un forte parallelismo nello sviluppo di entrambi i sistemi …..” Movimento catalizzatore di emozioni,  che stimolano una diversa interazione dei tre cervelli. E qui entra in gioco la potenza del movimento Tai Chi Chi  Kung, in quanto un corpo in equilibrio non è che la logica conseguenza di un’armonica circolazione energetica. Proprio oggi, un’articolo dello  studio del Centro interdipartimentale mente/cervello dell’Università di Trento, di cui riportiamo un estratto, è riuscito a dare evidenza all’analogia tra movimento fisico e astratto. Una scoperta che spiega anche l’efficacia delle tecniche mnemoniche, come quella dei loci e le mappe concettuali, utilizzate per imparare e consolidare in memoria nomi, date, eventi. Il parallelismo tra quanto accade nel mondo fisico e in quello delle idee, apre, tra l’altro, un’ulteriore chiave per interpretare il decadimento fisico (con la difficoltà a orientarsi anche in casa) e cognitivo (con i problemi di memoria) che caratterizzano le persone malate di Alzheimer, che presentano un’atrofizzazione delle aree neuronali deputate ad entrambe le funzioni. «Per la prima volta abbiamo verificato empiricamente questa ipotesi», sottolineano Manuela Piazza e Simone Viganò, rispettivamente professoressa e ricercatore post-Doc del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento, che hanno scritto l’articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista “Journal of Neuroscience”. L’esperimento è stato svolto nei laboratori di Neuroimmagini funzionali del Centro interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento. Il team di ricerca ha chiesto a un gruppo di partecipanti di imparare a riconoscere e nominare delle categorie di nuovi oggetti, mai visti prima, diversi tra di loro per la combinazione di due caratteristiche, grandezza e frequenza di suono prodotto, costruendo così un nuovo spazio concettuale a due dimensioni. Presentando in sequenza le diverse parole e i diversi oggetti appresi e misurando l’attività neurale attraverso la risonanza magnetica funzionale si è scoperto che le stesse aree cerebrali coinvolte nella navigazione nello spazio si attivano anche durante l’elaborazione dei nuovi concetti. In particolare, queste aree individuano le caratteristiche necessarie (direzione e distanza) per ricostruire fedelmente il “percorso” effettuato dal pensiero nel passare da un concetto all’altro. «Questi risultati – commentano – dimostrano che il cervello umano ricicla gli stessi codici neurali ottimizzati durante la sua lunga storia evolutiva per navigare nello spazio fisico, per organizzare, sotto forma di mappe concettuali spaziali, le proprie memorie, e navigare, letteralmente, nello spazio delle idee. Possono inoltre spiegare l’efficacia, nota fin dai tempi antichi, dell’utilizzo di supporti spaziali (quali la tecnica dei loci o le moderne mappe concettuali) per imparare e ricordare con facilità». «Per orientarci efficacemente nello spazio – chiariscono – dobbiamo ricordarci dove si trovano oggetti e punti di riferimento, quanto distano tra di loro, e in quale direzione dobbiamo spostarci per raggiungerli. Questa capacità si basa sul funzionamento di alcune cellule cerebrali (neuroni, localizzate nella regione ippocampale e nella corteccia mediale prefrontale), che si attivano quando ci troviamo in specifiche posizioni o ci muoviamo in determinate direzioni come una sorte di “Gps del cervello”. Questo stesso Gps ci aiuta anche ad organizzare memorie complesse e concetti». Fonte: L’Adige del 27.2.2020

Il Tai Chi migliora le prestazioni cognitive negli anziani

Il Tai Chi espande il volume del cervello nelle persone anziane e migliora le loro prestazioni cognitive di memoria e pensiero. Secondo un gruppo di scienziati della University of South Florida e della Fudan University di Shanghai, praticare il Tai Chi regolarmente avrebbe l’effetto, nelle persone anziane, di espandere il volume del loro cervello e migliorare le prestazioni cognitive di memoria e pensiero. I risultati si sono basati su 8 mesi di studio randomizzato e controllato in cui il gruppo di anziani che ha praticato il Tai Chi tre volte alla settimana, è stato messo a confronto con un gruppo che non ha praticato nessun esercizio.  Nel corso di questo stesso studio gli scienziati hanno anche verificato un significativo aumento di volume cerebrale e progressi cognitivi in ​​un terzo gruppo, che ha partecipato a discussioni vivaci tre volte alla settimana nello stesso periodo di tempo.  Il gruppo di controllo, che non ha partecipato agli interventi, ha mostrato infatti un restringimento del cervello (Brain Shrinkage), coerentemente con quanto avviene normalmente in persone di 60 e 70 anni.Ricerche precedenti avevano già evidenziato l’aumento di volume cerebrale come effetto di esercizi fisici aerobici, e in uno di questi studi è anche stato osservato un effetto di miglioramento sulla memoria; tuttavia, questo è il primo studio a dimostrare che un esercizio fisico non aerobico, il Tai Chi, così come il partecipare a discussioni stimolanti, induce un aumento del volume cerebrale e migliori prestazioni cognitive. Numerosi studi hanno dimostrato che la demenza, e la sindrome di graduale deterioramento cognitivo che la precede, è associata con crescente restringimento del cervello e che le cellule nervose e le loro connessioni vengono progressivamente perse. “La capacità di invertire questa tendenza con l’esercizio fisico e una maggiore attività mentale, implica la possibilità di ritardare l’insorgenza della demenza nelle persone anziane, attraverso interventi che hanno molti benefici per la salute fisica e mentale”, ha detto Dr. James Mortimer, professore di epidemiologia presso la University of South Florida College of Public Health. La ricerca suggerisce che l’esercizio aerobico sia associato ad un aumento della produzione di fattori di crescita del cervello. Resta da stabilire se le forme di esercizio come il Tai Chi, che includono un’ importante componente di esercizio mentale, possano portare a variazioni simili nella produzione di questi fattori. Fonte BIBLIOGRAFIA: Mortimer, J.A.,Ding, D., Borenstein,A.R., DeCarli, C., Guo, Q., Wu, Y., Zhao, Q., Chu, S., Changes in Brain Volume and Cognition in a Randomized Trial of Exercise and Social Interaction in a Community-Based Sample of Non-Demented Chinese Elders, Journal of Alzheimer’s Disease  2012; 30 (4). Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2012/06/tai-chi/

Il Tai Chi per chi soffre di osteoartrosi del ginocchio

La osteoartrite è una malattia degenerativa delle articolazioni che colpisce circa la metà dei soggetti con età maggiore di 60 anni. L’interessamento dell’articolazione del ginocchio è molto comune e può causare importanti limitazioni alla deambulazione. Le principali cause di questa patologia sono i traumi, un’anomalia di sviluppo delle articolazioni, il sovrappeso e un elevato stress articolare. Con il tempo le cartilagini del ginocchio si consumano e si espongono al contatto reciproco le superfici ossee. In questi ultimi anni sono state sviluppate numerose opzioni terapeutiche, che vanno dalla semplice terapia farmacologica all’iniezione locale di cortisonici o di acido ialuronico, fino alla sostituzione dell’articolazione con protesi artificiali. All’interno di un piano terapeutico trova spazio anche la fisioterapia, che mira ad aumentare la mobilità e la flessibilità dell’articolazione, nonché a rafforzare i muscoli della gamba. La terapia fisica, così come l’esercizio fisico, sono spesso efficaci nel ridurre il dolore e migliorare la funzione articolare. Una nuova prospettiva di terapia fisica dell’osteoartrosi viene da un recente lavoro pubblicato su Annals of Internal Medicine, che confronta i risultati della fisioterapia con quelli ottenuti con la pratica del Tai Chi. I 204 pazienti inclusi nello studio, sono stati randomizzati ad una serie di sedute di Tai Chi, per due volta al giorno, per dodici settimane, o ad un trattamento fisioterapico per due volte la settimana, per sei settimane, seguite da sei settimane di esercizio monitorato a casa. Le sedute di Tai Chi erano compiute sotto la guida di istruttori esperti. L’endpoint principale era la presenza di dolore articolare, valutato con la scala WOMAC. Gli endpoint secondari, valutati a 12, 24 e 52 settimane, hanno incluso tra gli altri, la funzionalità e la rigidità articolare, la presenza di depressione e i risultati del test del cammino di 6 minuti e di 20 metri. I partecipanti erano autorizzati a continuare ad utilizzare i loro farmaci consueti, quali i FANS e il paracetamolo. I risultati hanno evidenziato come entrambi i gruppi avevano un miglioramento del dolore e miglioramenti simili nella maggior parte degli endpoint valutati a 12 settimane e in tutti gli endpoint valutati a 24 e 52 settimane. Scorrendo i dati dello studio si vede come in effetti il Tai Chi abbia indotto un miglioramento maggiore rispetto alla fisioterapia nella maggior parte degli endpoint considerati, ma senza raggiungere la significatività statistica. Tranne nella valutazione della depressione, dove la disciplina cinese si è dimostrata superiore. Questa ricerca sembra quindi evidenziare come il Tai Chi possa essere consigliato ai pazienti con osteoartrosi, per il miglioramento della sintomatologia dolorosa e del benessere complessivo. La componente mentale e di socializzazione del Tai Chi potrebbe aggiungere specifici benefici aggiuntivi al semplice esercizio fisico. Fonte Chenchen Wang, et al. Comparative Effectiveness of Tai Chi Versus Physical Therapy for Knee Osteoarthritis. Ann Intern Med. 2016;165:77-86.