Meditare fa bene, è scientifico
Dopo tanto scetticismo la ricerca scientifica conferma: l’uso delle tecniche orientali di meditazione può prevenire e curare molte malattie. Fino agli Anni ’50 la meditazione è stata prerogativa dei monaci. Poi con i Beatles diventò pratica dei figli dei fiori, seguiti negli anni successivi da calciatori e attori: meditano Roberto Baggio e Richard Gere. In tempi più recenti è stata la volta degli amministratori delegati delle grandi multinazionali: Rao Dalio (Bridgewater associates) e Marc Benioff (Oracle e Salesforce.com). E oggi si è dato alla meditazione persino Dmitry A. Medvedev, primo ministro della Federazione Russa. Da qualche anno però la meditazione non si occupa più solo di “benessere psicologico” ed è entrata negli ospedali con molte applicazioni: dal controllo del dolore all’immunologia, dalla cura dell’ipertensione al rallentamento del declino cerebrale. In che cosa consiste? Che risultati dà e con quali meccanismi agisce? IN PRINCIPIO. Tutto è iniziato una trentina di anni fa quando Jon Kabat Zinn fondò il Center for Mindfulness all’University of Worcester (Uk) e cominciò a usare la meditazione come strumento terapeutico. Strumento tutt’altro che facile da proporre: nella frenetica vita contemporanea la meditazione di tradizione orientale è pratica difficile. Ma i suoi vantaggi non sono più in discussione: migliora l’attenzione, le abilità cognitive e la memoria, riduce l’ansia e i sintomi depressivi. Non solo. Alla Brown University di Providence (Usa), Catherine Kerr sfrutta la meditazione per il suo effetto analgesico: sostiene che funziona come una specie di manopola che regola la percezione delle sensazioni sgradevoli. Nel 2010, quando era al Mit di Harvard, ha dimostrato che, se si focalizza l’attenzione sulle sensazioni della mano sinistra, la “mappa” cerebrale corrispondente a quella mano registra una significativa caduta dell’ampiezza delle onde che filtrano le sensazioni lasciando passare solo quelle che superano una certa soglia. Se invece l’attenzione si focalizza su un’altra parte del corpo, le onde tornano normali. L’anno successivo, usando la magneto-encefalografia, una tecnica di imaging cerebrale, ha dimostrato che i ritmi di queste onde nel cervello sono correlati con l’attenzione sensoriale e che l’abilità di regolare queste onde nella corteccia cerebrale è maggiore nei soggetti capaci di meditazione. In altre parole, meditare consente un maggior controllo sul sistema sensoriale e permette di scegliere su cosa focalizzare l’attenzione. Risultato? La meditazione fa andare sullo sfondo quello che non si vuole sentire, per esempio – e non è poco – i dolori cronici. Fadel Zeidan, neurobiologo della Wake Forest Baptist University (Usa), ha persino quantificato l’effetto della meditazione rispetto al potere analgesico della morfina: «Potrebbe ridurre del 40% l’intensità del dolore e del 57% la sua spiacevolezza, contro una riduzione del solo 25% ottenuta con la morfina» sostiene Zeidan. ANTINFIAMMATORIO. Molte malattie cardiovascolari e neurodegenerative sono legate a uno stato di infiammazione di cui non si conosce esattamente né l’origine né la cura: se si riuscisse a ridurre lo stato infiammatorio forse le si potrebbe prevenire. È la strada percorsa quasi per caso da Steven Cole, dell’University of California Los Angeles (Ucla): voleva studiare se la meditazione fosse in grado di ridurre la sensazione di solitudine degli anziani, condizione che aumenta il rischio di malattie cardiache, Alzheimer, depressione e persino morte prematura. Così ha messo una quarantina di soggetti in meditazione mezz’ora al giorno per 8 settimane. Ma presto ha scoperto che questa “terapia” non si limitava a influire sul benessere psicologico: la meditazione riduceva anche l’attivazione dei geni correlati all’infiammazione e quindi riduceva l’infiammazione stessa. Il passo è breve anche per valutare gli effetti sul sistema immunitario. La meditazione sembra essere efficace anche su un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti CD4 T. Sono considerati il cervello del sistema immunitario perché coordinano l’attività dell’esercito di difesa quando il corpo subisce un attacco infettivo. Ma sono anche le cellule che devasta il virus Hiv, responsabile dell’Aids, indebolendo la risposta immunitaria dei pazienti. Nel 2008 David Creswell, del Counsins center for Psychoneuroimmunology della Ucla, ha messo in meditazione per 8 settimane un gruppo di 24 soggetti sieropositivi (cioè infetti, ma non malati di Aids), confrontandoli con un equivalente gruppo di controllo. Nei soggetti in meditazione la riduzione dei linfociti CD4 T era inferiore rispetto al gruppo di controllo: l’effetto era della stessa portata in tutti i 12 meditanti, sia quelli in terapia antiretrovirale, sia in quelli che non lo erano. La meditazione si rivela un toccasana in molti campi. Sembra essere efficace persino contro il raffreddore: Bruce Barrett, dell’University of Wisconsin (Usa), ha studiato la meditazione su 51 individui e ha calcolato che chi fa meditazione ha una riduzione del 40-50% delle giornate lavorative perse per infezioni respiratorie acute, influenza compresa, rispetto a chi non medita. La durata della malattia è minore e i sintomi sono più lievi. CARATTERE. Che meditare possa placare gli animi più agitati sembra banale, ma si è accertato che gli effetti sono ben più rilevanti e profondi. Prendete quelle che per la psicosomatica sono personalità di tipo A: competitive in tutti gli aspetti della vita, tendono alla lotta, manifestano aggressività (anche se repressa), impazienza, insofferenza per i ritmi altrui. Di solito si tratta di individui di successo, ma con un rischio maggiore di patologie cardiovascolari. Circa 30 anni fa Herbert Benson, cardiologo del Massachusetts general hospital di Boston (Usa) e fondatore del Mind/Bondy Medical Institute, aveva cominciato a usare il rilassamento e la meditazione in questo tipo di pazienti. Altri cardiologi come Randy Zusman, direttore del programma ipertensione del Massachusetts general hospital, non credevano affatto all’efficacia di questi metodi e continuavano a prescrivere farmaci anti-ipertensivi. Dal 2008, anche Zusman ha cambiato rotta e ora punta sulla meditazione e sul corretto stile di vita. L’ha convinto una sperimentazione su 60 pazienti ipertesi: in 40 la meditazione aveva ridotto l’ipertensione tanto da consentire un drastico calo dell’assunzione di farmaci. Zusman ha anche trovato una spiegazione biologica: «L’ipertensione è tutto un problema di tubature: se il calibro dei tubi è stretto la pressione sale, se il calibro si allarga la pressione scende: il rilassamento produce monossido di azoto che fa dilatare i vasi sanguigni e quindi fa scendere la pressione». Non è sempre facile far stare ferme e in silenzio personalità di tipo A per mezz’ora. Ma funziona. FONTE: Focus.it/scienza e salute
La danza della vita di Yin/Yang
di Liliana Atz Il Tao o Dao, la “Via, il Sentiero” è uno dei simboli universalmente più conosciuti. Per i taoisti il Tao è il simbolo dell’Universo stesso, quel flusso vitale che ha dato origine a tutto e che scorre incessantemente, mutando sempre, pur rimanendo sempre lo stesso. Il Tao simboleggia il concetto ciclico dell’esistenza; tutto nell’universo si manifesta con un movimento a spirale che, raggiunta la massima espansione si riavvolge per manifestarsi nel polo opposto, in un movimento perpetuo di espansione e contrazione. Associata al Tao è la concezione di Yin e Yang, gli opposti complementari che mantengono l’ordine naturale del Tao: Yin è il principio femminile, accogliente, passivo ed oscuro e Yang il principio maschile, attivo, luminoso e in movimento. Wuji è il nome usato dalla cosmologia taoista per indicare l’energia allo stato puro, quello stato prima della manifestazione, dove spazio e tempo non esistono, dove tutto è ancora possibile. Quando quest’energia non ancora manifesta inizia a muoversi, appare la prima polarizzazione. Si entra nel mondo della dualità, nel Tai Chi, rappresentato dal Tao con i sui due poli: Yin e Yang. Questi sono i principi alla base del Tai Chi Chuan, l’antica disciplina psicofisica, emozionale e spirituale che, attraverso i precisi movimenti delle sue forme rappresenta l’eterno movimento del Tao. Dall’unione del senza forma (Wuji) rappresentato dalle energie ereditarie dello spermatozoo maschile e dell’ovulo femminile, prende vita l’orizzonte energetico di un nuovo essere che, col primo respiro entra nel mondo della dualità (Tai Chi ). Come si muoverà egli nella vita, come danzerà il suo Tao tra Yin/Yang? Quanto l’ambiente in cui si svilupperà lo condizionerà nelle sue scelte e nella percezione di Sé? Sarà troppo Yin, passivo, remissivo, accondiscendente, tenderà a non decidere a lasciarsi portare dagli eventi o sarà invece, troppo Yang, maschile, attivo, assertivo, apparentemente un leader per sé e per gli altri? Quanto sarà in armonia col suo “Mandato Celeste”? Quanto riuscirà a riconoscere e conciliare le pulsioni della sua Essenza, con la spinta della Personalità? Non riconoscere o smarrire il “Mandato Celeste nel proprio regno” non porta pienezza nella Vita. Dai disagi emozionali a quelli importanti di qualche malattia il messaggio di una “Nuova Nascita” è per tutti in attesa di concretizzazione.
Curarsi con Yin e Yang, l’Oms sdogana la medicina cinese
L’Organizzazione Mondiale della Sanità “sdogana” termini come Yin e Yang o energia vitale. La medicina tradizionale cinese, verrà infatti inserita nel prossimo compendio medico globale. Un’apertura che segue quella nei confronti dell’agopuntura e che non ha mancato di attirare l’attenzione della rivista Nature. Il riconoscimento ufficiale sarà introdotto nell’11/ma edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie e dei problemi di salute (ICD). Ma la novità lascia perplessi molti esperti. Il compendio, che verrà adottato dall’Assemblea Mondiale della Sanità, è un documento periodicamente aggiornato che indirizza il modo in cui si fanno le diagnosi. Nel capitolo 26 della nuova edizione, che diventerà operativa per gli stati aderenti nel 2022, presenterà un sistema di classificazione per identificare concetti come «equilibrio tra Yin e Yang», «Carenza di Qi». La medicina tradizionale cinese si basa infatti sulla teoria che l’energia vitale (Qi) fluisca lungo canali chiamati meridiani e aiuti il corpo a mantenere la salute. La malattia è la rottura di questo equilibrio energetico e i trattamenti, agopuntura o rimedi erboristici, servono a ripristinarlo. L’impostazione occidentale cerca cause ben definite per spiegare la malattia e richiede studi clinici controllati che forniscano prove che un farmaco funzioni. Questo in genere non avviene per quella tradizionale cinese, per la quale si verificano anche non pochi effetti avversi. Per questo, molti medici si dicono profondamente preoccupati. Ma l’Oms, rispondendo alle domande di Nature puntualizza che la sua strategia è quella di «fornire una guida per gli Stati membri per la regolazione e l’integrazione, di prodotti sicuri e di qualità garantita», per «integrarla nei sistemi sanitari, ove opportuno». «È probabile che l’impatto sia profondo», si legge su Nature e potrà accelerarne l’entrata a far parte integrante dell’assistenza sanitaria globale (continua) FONTE: Agopunturafano.it
EnneaMediCina a Live Social di Radio Dolomiti

“EnneaMediCina: le Cinque Vie dell’Anima” diventa anche il nome del percorso di formazione in una nuova ed eclettica disciplina di benessere integrato, frutto dell’unione di antiche e nuove “Scienze per l’Uomo”. Il progetto EnneaMediCina offre un iter formativo caratterizzato principalmente da conoscenze e metodiche, riconducibili all’unione tra la medicina cinese, l’alchimia taoista e la psicologia dell’enneagramma, il tutto ampliato alla luce della visione scientifica occidentale.
Tecniche di meditazione
La meditazione è un insieme di tecniche che consente di unire corpo e mente tramite pratiche di concentrazione e respirazione.Lo scopo è quello di mettere il praticante in comunicazione con il proprio Sé per aiutarlo a recuperare benessere e integrità psico-fisico-emozionale. La meditazione è da sempre anche un’aspetto che caratterizza le pratiche sportive legate alla medicina tradizionale cinese, quali il Tai Chi e il Chi Kung.La non immedesimazione che le pratiche meditative aiutano a costruire nel tempo agevolano, infatti, il processo di analisi della propria realtà in modo più lucido, meno fuorviato dall’emotività disturbante. La meditazione ha effetti benefici su mente e corpo conferma la scienza. La copertina del numero di Novembre della più prestigiosa rivista di divulgazione scientifica, Scientific American, dedicato all’argomento, rappresenta l’ennesimo importantissimo passo nel processo di avvicinamento tra una disciplina millenaria come la meditazione e parte della comunità scientifica contemporanea. Quindici anni di ricerche con persone che praticano le varie forme di meditazione hanno infatti dimostrato non soltanto che questa attività modifica funzione e struttura del cervello, ma stanno cominciando a evidenziare che le pratiche contemplative possono avere un effetto sostanziale anche sui processi biologici critici per la salute fisica. Gli studi, infatti, dimostrano che la meditazione aumenta anche la nostra capacità di “controllare” le risposte fisiologiche di base, come le infiammazioni e i livelli di ormone dello stress nel sangue. Dati che forniscono una prima ma potente spiegazione agli effetti benefici prodotti dalla meditazione sullo stato generale di salute degli individui.
Disturbi della menopausa, curarli con il Tai Chi
Le donne che entrano nella fase della Menopausa attraversano un cambiamento ormonale che spesso ne trasforma l’umore e ne modifica radicalmente gli stili di vita. I disturbi della menopausa però si possono attenuare, per esempio praticando il Tai Chi. Il Tai Chi è un’antica arte marziale cinese che somiglia ad una ginnastica dolce, con movimenti eseguiti lentamente per rafforzare i muscoli, placare lo spirito e riequilibrare anche l’organismo. Esistono due modi per eliminare le vampate, lo squilibrio del ciclo sonno/veglia e i sudori notturni. Una è quella della chimica: assumere farmaci e integratori che riportino alla normalità. L’altra è appunto quella che vi abbiamo proposto: cambiare il vostro stile di vita. Uno studio un po’ datato ma sempre valido (Relation of demographic and lifestyle factors to symptoms in a multiracial/ethnic population of women 40-55 years of age; E. B. Gold et al., Am J Epidemiol, vol.152, no. 5, 2000) ha dimostrato che donne cinesi e giapponesi che praticano regolarmente il Tai Chi soffrono molto meno delle donne occidentali di incontinenza e perdite urinarie e di vampate e sudori. Un’altra ricerca condotta dal “Texas Tech University Health Sciences Center” suggerisce che l’unione di Tai Chi e Tè verde potrebbe provvedere a ridurre i rischi di osteoporosi nelle donne in menopausa. L’indagine è stata condotta su un campione di 170 donne con un’età media di 57 anni ed è durato circa 6 mesi. In Italia circa 5 milioni di persone sono colpite dall’osteoporosi e per l’80% si tratta di donne. Ora è possibile stabilire una correlazione diretta tra pratica di questa disciplina cinese e diminuzione dei disturbi della menopausa. Si raccomanda naturalmente di praticare questa attività sportiva con regolarità e costanza per rafforzarne i benefici. Le donne che tra le 170 sono risultate le meno colpite dai sintomi della menopausa risultavano essere coloro che assumevano te verde e praticavano il tai chi almeno tre volte a settimana. Cos’è il Tai Chi Il Tai Chi è un’arte marziale cinese basata sul concetto di equilibrio tra ying e yang. In realtà esso è anche una forma praticata in oriente di “Medicina preventiva”, una sorta di ginnastica in grado di prevenire dall’invecchiamento e mantenere in forma il più a lungo possibile. Il Tai Chi può essere inoltre praticato per aumentare l’equilibrio e ridurre i rischi di caduta negli anziani. Esistono vari stili di Tai Chi. Il più praticato è lo Yang. La pratica di quest’arte si avvale dell’uso di alcune forme: una concatenazione di gesti e movimenti che vengono eseguiti molto lentamente. Paradossalmente proprio nella lentezza dell’esecuzione sta l’effetto benefico dell’esercizio. Nell’eseguire i movimenti ci si esercita a regolare anche la tecnica di respirazione, producendo un effetto di rilassamento. Sgombrando la mente dalle preoccupazioni si riduce inoltre notevolmente il livello dello stress. I benefici di quest’arte marziale, come si vede, sono molteplici e le modalità con cui si pratica, la rendono molto adatta alle donne e agli anziani. Non perdete quindi l’occasione di prendere parte ad un corso di tai Chi appena possibile: potrebbe contribuire a eliminare molti disturbi della menopausa. Fonte
Tai Chi: 10 benefici e motivi scientificamente provati per praticarlo
Nel Tai Chi, ad esempio, si esegue una serie di movimenti lenti e circolari, come in una danza silenziosa. Ci si ricarica di energia o ci si rilassa proprio grazie ai movimenti del corpo. Le tecniche del Tai Chi hanno radici antichissime e si rifanno, tra l’altro, al Taoismo. Ancora oggi il Tai Chi è molto più di una semplice ginnastica. La scienza la sta prendendo in considerazione come forma di prevenzione e di medicina complementare e alternativa. Ecco alcuni dei principali benefici del Tai Chi: 1) Invecchiare beneIl Tai Chi è un vero e proprio toccasana per la salute degli anziani dopo i 60 anni, quando il corpo comincia a mostrare i segni di indebolimento. Lo afferma uno studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology e promosso dall’Hong Kong Polytechnic University. Su 69 soggetti anziani osservati, 29 praticavano Tai Chi da 3 anni o più per almeno un’ora e mezza alla settimana. I risultati hanno mostrato che questi soggetti risultavano più in salute soprattutto per quanto riguarda pressione arteriosa, resistenza vascolare e pressione del polso. Il Tai Chi prevede movimenti dolci e armonici che si possono praticare anche in età avanzata.Leggi anche: Tai Chi: la ricetta per invecchiare bene 2) Ridurre lo stressCome fare per ridurre lo stress? Innanzitutto è bene ritagliarsi un momento di relax ogni giorno. E il vostro rilassamento può essere accompagnato proprio dal Tai Chi, che può unire i benefici della meditazione a quelli del movimento. Con i suoi gesti lenti e circolari il Tai Chi non solo rende il copro agile e armonioso, ma ha anche un effetto benefico sul sistema nervoso, con una conseguente riduzione dello stress.Leggi anche: 10 modi a impatto zero per ridurre lo stress 3) Abbassare la glicemiaIl Tai Chi sarebbe benefico per abbassare la glicemia e indicato in particolare a chi soffre di diabete di tipo 2. Lo studio è stato condotto su un gruppo di diabetici coreani e ha avuto una durata di sei mesi. La pratica del Tai Chi è stata costante e regolare ed ha condotto ad una riduzione notevole della glicemia a digiuno. I pazienti hanno imparato a gestire meglio la malattia e a vivere con più energia e vitalità.Leggi anche: Tai Chi: e l’arte marziale ti cura il diabete 4) Ridurre pressione alta e colesteroloLa pratica del Tai Chi potrebbe essere utile per ridurre la pressione alta e il colesterolo. Lo hanno rilevato alcuni studi condotti presso l’Università di Taiwan, luogo dove per eccellenza gli abitanti praticano questa disciplina. Nel corso degli anni la scienza ha iniziato a confermare i numerosi benefici per la salute psico-fisica che questa pratica antica può apportare nella nostra vita quotidiana. Il Tai Chi forse non può fare miracoli, ma tentar non nuoce, visto che fare un po’ di attività fisica in più può essere un vero toccasana.Leggi anche: Pressione alta: 10 rimedi naturali per abbassarla 5) Benessere del cuoreTai Chi, benefico per il cuore e indicato per chi ha problemi di insufficienza cardiaca. Lo evidenzia uno studio condotto dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston su 100 pazienti. Il Tai Chi ha un impatto positivo sulla qualità della vita e sul benessere. Ha permesso ai pazienti di vincere la pigrizia e allo stesso tempo di non compiere sforzi eccessivi senza rinunciare a fare movimento. 6) Dormire meglioPraticare il Tai Chi può rivelarsi utile in caso di problemi del sonno. Presso l’Università della California è stato condotto uno studio su 112 persone anziane con disturbi del sonno moderati. Sedici settimane di pratica del Tai Chi hanno migliorato la qualità della vita e la durata del sonno in modo significativo. Lo studio è stato pubblicato nel numero di luglio 2008 della rivista scientifica Sleep. 7) Riprendersi dopo un ictusCome evidenziato dall’Università di Harvard, uno studio pubblicato nel numero di gennaio 2009 della rivista scientifica Neurorehabilitation and Neural Repair ha rivelato che in 136 pazienti che avevano avuto un ictus almeno 6 mesi prima, 12 settimane di pratica del Tai Chi hanno contribuito a migliorare l’equilibrio, accompagnate da un programma di riabilitazione composto da esercizi di respirazione, di stretching, per i muscoli e per le articolazioni, e da passeggiate a piedi. 8) Trattare i sintomi della depressioneUno studio pubblicato sull’American Journal of Geriatric Psychiatry ha evidenziato che accompagnare i comuni trattamenti per i sintomi della depressione con il Tai Chi può aiutare a migliorare la qualità della vita e lo stato di salute dei pazienti. Lo studio è stato condotto su persone anziane che, nonostante l’avanzazmento dell’età, hanno potuto praticare il Tai Chi grazie ai suoi movimenti lenti e delicati. 9) Benefici per il cervello e la concentrazioneI ricercatori della University of South Florida hanno collaborato con gli esperti cinesi per approfondire i benefici del Tai Chi sul cervello. Hanno scoperto che, dopo 40 settimane, coloro che avevano praticato il Tai Chi tre volte alla settimana hanno beneficiato dei maggiori miglioramenti per il cervello, in particolare per quanto riguarda il suo volume, che potrebbe ridursi con l’avanzare dell’età. Ciò sarebbe dovuto all’elevato livello di attenzione e di concentrazione necessario per eseguire in modo corretto i movimenti del Tai Chi. 10) Benefici per le articolazioniUno studio condotto presso il Tufts Medical Center ha evidenziato che gli adulti che soffrivano di osteoartrite alle ginocchia hanno visto un vero e proprio miglioramento dei sintomi per quanto riguarda il dolore e la funzionalità delle articolazioni praticando tai chi due volte alla settimana. Oltre ai benefici per il corpo, le ricerche hanno evidenziato effetti positivi del Tai Chi per alleviare l’ansia e per migliorare la respirazione, grazie a una combinazione di movimento e meditazione. Fonte
“Guarire” con la meditazione
“Scopo della meditazione è aiutare il praticante a raggiungere una comprensione profonda della realtà, quella visione che è in grado di liberarci dalla paura, dall’ansia e dalla malinconia e può generare in noi comprensione e compassione, migliorare la qualità della nostra vita e dare libertà, pace e gioia a noi stessi e a chi ci sta intorno” (Thich Nhat Hanh). Secondo un recente studio pubblicato sul Journal of Neuroscience la meditazione sarebbe in grado di diminuire il dolore mediamente del 40% con punte del 90%, mentre gli antidolorifici arrivano di solito a un 25%. In realtà gli innumerevoli effetti benefici della meditazione sono ormai noti da tempo. Tale pratica si è infatti dimostrata un valido aiuto nell’alleviare sintomi psicologici e fisici e utile nel prevenire o ritardare l’evolversi di svariate malattie.Cosa vuol dire praticare la meditazione? “Meditazione” significa generare l’energia della presenza mentale, mantenere la concentrazione. Pertanto la pratica della meditazione richiede che si mantenga la mente completamente sgombra dagli stimoli dell’ambiente circostante, in modo da raggiungere uno stato di attenzione o consapevolezza. Così la mente è libera di accettare qualsiasi sensazione, idea, immagine o visione, lasciando che le associazioni fluiscano su tutti gli aspetti dell’oggetto o del pensiero, per comprenderne la forma, il profilo, il colore, l’essenza. “…Senti l’addome che si espande quando inspiri, sentilo contrarsi quando espiri. Non c’è nulla da portare a termine, nulla da raggiungere. Nota i pensieri, le sensazioni, le percezioni; non ti attaccare e non respingerli: limitati ad osservarli, continuando a respirare…” (Claude Anshin Thomas). E’, dunque, l’arte di osservare senza pensare, senza criticare intellettualmente. E’ possibile meditare seduti, camminando, stando in piedi o sdraiati, dunque anche svolgendo le normali attività della vita quotidiana. Scopo ultimo è far sì che si impari a essere presenti qui e ora, qualsiasi cosa si stia facendo. Cosa accade a livello fisiologico nel nostro organismo quando si medita? Secondo l’oncologo Paolo Lissoni la pratica della meditazione sarebbe efficace, ad esempio, per la prevenzione e la cura dei tumori grazie ad un ormone del benessere ( la melatonina), che durante questa pratica aumenta.In effetti quando si medita, il corpo si rilassa, la mente si calma, il respiro rallenta e accade che: a livello cerebrale diminuisce l’attività di pensieri ed emozioni e tutti i segnali in entrata, e compaiano onde elettriche più lente e profonde simili a quelle che regolano il sonno; nel sangue aumentano gli ormoni del benessere come melatonina o serotonina, mentre diminuiscono quelli dello stress, cortisolo e adrenalina; diminuiscono i lipidi nell’arteria carotidea che porta il sangue al cervello; si armonizzano battito cardiaco, movimenti dei vasi, flusso linfatico;diminuisce la tensione muscolare. Fonte
La costituzione ereditaria non è interamente fissa e immutabile
Ognuno nasce con una data costituzione, che è determinata da vari fattori.Importanti sono le condizioni generali di salute dei genitori e speciale influenza esercita il loro stato energetico – di pienezza o di deficit – nel momento del concepimento.La costituzione di un essere dipende anche dallo stato di salute psicofisica della madre durante la gravidanza, periodo in cui il feto riceve nutrimento unicamente dal sangue materno.La costituzione di una persona non è tuttavia sempre fissa e immutabile, entro certi limiti può essere modificata e migliorata.Uno stile di vita salutare ed equilibrato, unitamente a esercizi di Tai Chi Chi Kung di meditazione e di respirazione, per sviluppare il Qi individuale, possono portare ad un miglioramento della costituzione.Come sappiamo, il Jing del Cielo Anteriore, che è la base della nostra forza e salute, non è immutabile ed è costantemente “rifornito” dal Jing del Cielo Posteriore (cibo, emozioni e sentimenti, respirazione, stile di vita)Diverse pratiche della Medicina Tradizionale Cinese hanno lo scopo di preservare il Jing per permettere una vita più lunga e sana possibile.Si può incrementare la longevità anche grazie ad un’alimentazione corretta.Quanto più ci si alimenta in modo regolare e corretto, tanto meno facilmente ci si ammala.La buona qualità del cibo nutre corpo e mente aiutandoci a risparmiare il Jing del Cielo Anteriore, cioè la dotazione energetica con cui veniamo al mondo.Possiamo quindi dire che imparando a diventare responsabili del nostro buon-essere, tramite le “pratiche di lunga vita”, incrementiamo la VITA… Bibliografia:Le basi della medicina cinese di Massimo MuccioliI fondamenti della medicina cinese di G. Maciocia,Dietetica cinese di Muccioli, Sotte, Piastrelloni, Matrà, Bernini, Naticchi
EnneaMediCina: la visione occidentale della P.N.E.I – di Liliana Atz Parte II

El punto de vista occidental. Cada individuo es el resultado de un trabajo sutil, nervioso, endocrino y hormonal, como también confirma la psiconeuroendocrinoinmunología. El sistema endocrino u hormonal está representado por un conjunto de glándulas y células que segregan sustancias llamadas hormonas. El sistema endocrino administra el funcionamiento del organismo humano en competencia con el sistema nervioso. El funcionamiento del sistema endocrino se caracteriza por un complejo control destinado a satisfacer con precisión las necesidades del organismo. Forman parte del sistema endocrino: la hipófisis, la epífisis, la glándula tiroides, las paratiroides, las glándulas suprarrenales y el páncreas. Otros órganos también tienen una función endocrina: los ovarios y los testículos, el miocardio (parte del músculo cardíaco), el riñón, el timo, el hígado. Todas estas glándulas están conectadas a la hipófisis. A través de ella se modula su funcionamiento mediante la liberación de hormonas en el torrente sanguíneo. La propia hipófisis está a su vez cadenciada por el hipotálamo que, con un complejo mecanismo, regula múltiples funciones del organismo como los ritmos circadianos, la actividad reproductora, la presión arterial y la temperatura corporal, así como el sistema nervioso autónomo.Por lo tanto, el funcionamiento equilibrado de la hipófisis y el hipotálamo es fundamental para la gestión de todo el sistema cuerpo/mente. Una visión optimista y positiva inducirá un buen funcionamiento de este eje y, por tanto, una correcta calibración de las principales hormonas. Por el contrario, una visión pesimista producirá desequilibrios que repercutirán a diferentes niveles, lo que sugiere hasta qué punto la visión que uno tiene del mundo está relacionada con su estado de salud y hasta qué punto influye en él. Psiconeuroendocrinoinmunología La psiconeuroendocrinoinmunología (PNEI) delimita ese campo de investigación que abarca varias disciplinas científico-humanísticas, aparentemente desconectadas entre sí, como la psicología, la biología, la neurología, la inmunología y la endocrinología; es decir, los vínculos que unen mente y cuerpo. Esta ciencia investiga las relaciones entre la psique, el sistema nervioso, el sistema endocrino y el sistema inmunitario, que, a través de la transmisión en el organismo de unas moléculas llamadas neuropéptidos, interactúan perfectamente entre sí. Los neuropéptidos se denominan “moléculas psíquicas”, ya que no sólo transmiten información hormonal y metabólica, sino también emociones y señales psicofísicas. Cada estado emocional, como el amor, el miedo, el placer, el dolor, la ansiedad, la ira, etc., con sus complejos matices, llamados sentimientos, se transmite en el organismo mediante neuropéptidos específicos. Estos últimos, con sus receptores, se han encontrado en todas las partes del cuerpo, especialmente en la sangre, el sistema inmunitario y los intestinos, así como en el sistema nervioso. Por lo tanto, podemos afirmar sin temor a equivocarnos que las emociones y los sentimientos no sólo participan en el almacenamiento de las experiencias, sino que son los garantes de la mayoría de los procesos neurofisiológicos que regulan o bloquean el funcionamiento de todo el sistema cuerpo-mente. Conciencia del “yo Las células que permiten la “autoconciencia” se encuentran en el cerebro y, en concreto, la estructura implicada en la integración de los estímulos emocionales es el sistema límbico. Múltiples investigaciones indican que la amígdala y el hipotálamo, que constituyen la parte central del cerebro límbico (emocional) y en los que se delega el gobierno de las emociones y los recuerdos, son las áreas cerebrales por las que más información y emociones fluyen. En el centro de la misma zona se encuentra la hipófisis, la glándula que guía y modula las funciones de todas las demás glándulas del cuerpo. El sistema límbico establece profundas interconexiones con el resto del cerebro y con los principales aparatos del organismo, como los sistemas endocrino e inmunitario, a través de la distribución de neuropéptidos, en los que es especialmente rico. Muchos neuropéptidos son hormonas y realizan su tarea a través de la Sangre: es’ a través de los glóbulos blancos de la Sangre, por ejemplo, que el sistema inmunitario se activa para recibir y transmitir mensajes neurotransmisores que llevarán sus mensajes de salud o enfermedad. En el timo, la glándula situada justo encima del corazón, se encuentra, de hecho, la sede principal del complejo mecanismo de generación de linfocitos T. En la actualidad, la ciencia ha demostrado ampliamente cómo, en el cerebro de los mamíferos, las emociones positivas facilitan la activación de una serie de reacciones que desencadenan las funciones del sistema inmunitario, mientras que los estados depresivos provocan una inhibición de la resistencia inmunitaria.resistencia inmunitaria. Y desde el Corazón, a través de un complejo mecanismo, los neurotransmisores pasan a influir en el Hipotálamo. Es probable que cada neuropéptido invoque un “tono emocional” preciso, correspondiente a una situación psíquica específica.” Conclusión Por lo tanto, podemos afirmar sin temor a equivocarnos que una práctica correcta de la llamada “gimnasia médica”, el Tai Chi y el Qigong, ayudando a aumentar la producción y la circulación del Qi en el cuerpo, estimula simultáneamente la circulación de la Sangre y de las emociones. El Qi (Yang) no es, de hecho, sino el aspecto más inmaterial de la Sangre (Yin), Sangre que, en la MTC, se encarga de llevar las voluntades del Corazón Emperador a todos los distritos corporales. Un Corazón sereno calma todos sus “Funcionarios” (Zang/Fu), reduciendo el estrés, permitiéndonos crecer como individuos conscientes que no queman inconscientemente el Jing, la energía ancestral, que nos fue dada en la concepción y que determina la calidad y la duración de nuestra existencia. FUENTE: http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/pnei-psiconeuroendocrinoimmunologia