La respirazione del Tai Chi Chuan

Da non dimenticare che è ormai comprovato che la respirazione praticata nel Tai Chi Chuan, consentono un maggiore controllo del dolore. Probabilmente per effetto di stimolazioni indotte dalla respirazione addominale su cellule midollari inibitorie oppure attraverso la liberazione di endorfine ed encefaline (sostanze antalgiche), vengono ad essere stimolate le cellule G midollari che hanno il compito di “chiudere il cancello all’ingresso del dolore nell’organismo”.

Schematizzando e concentrandoci, per ragioni di spazio, solo su alcuni concetti, possiamo considerare duplice l’effetto favorevole della respirazione diaframmatica.

Da un lato, durante l’inspirazione, quando il diaframma si sposta verso il basso, aumenta nei polmoni lo spazio disponibile per un maggior contenuto di O2. Maggiore O2 nei polmoni si traduce in maggiore possibilità di ossigenazione dei tessuti. Il massaggio dolce e protratto degli organi addominali esercitato dalla pressione e dalla decompressione diaframmatica consente un maggior apporto ematico, conseguentemente un maggior apporto di O2 e di sostanze di supporto.

Dall’altro lato, il massaggio esercitato sugli organi addominali favorisce l’aumento di quello che in fisiologia si chiama “ritorno venoso”, cioè aumenta la quantità di sangue che dagli organi addominali va a confluire nella vena cava e quindi al cuore.

Questo effetto duplice si traduce in molteplici effetti preventivi e terapeutici presi in considerazione dalla scienza medica. Brevemente, e solo a tratti, valutiamone alcuni.

Cardiopatia ischemica Il malato sofferente di angina pectoris oppure da poco infartuato può associare alla terapia farmacologica antianginosa ed anti-ischemica un’opportuna abitudine alla respirazione addominale al fine di prevenire i sintomi dolorosi e l’infarto. La respirazione di tipo addominale consentendo una maggiore ampiezza del torace in senso longitudinale e quindi favorendo una maggiore distensibilità del polmone conduce ad una più ampia capacità ventilatoria.
Il dolore anginoso insorge quando c’è discrepanza tra aumentata richiesta di O2 e apporto al cuore reso difficoltoso da una stenosi coronarica. L’aumentato apporto di O2 ai tessuti ne diminuisce la richiesta, la diminuzione della frequenza cardiaca indotta dalla modulazione della respirazione e dalla minor richiesta di O2 da parte dei tessuti conduce ad un utilizzo diminuito di O2 da parte del muscolo cardiaco anche in circostanze di aumentata richiesta come ad esempio nello sforzo fisico relativo.
Nel caso di angina stabile da sforzo è stato proposto il supporto di un regolare esercizio di ginnastica medica dolce, come può essere il Tai Chi Chuan, praticata ad un livello inferiore alla soglia di angina, in modo che non compaia dolore durante l’attività fisica. Più studi hanno dimostrato che praticando Tai Chi un’ora tre volte alla settimana per un periodo di otto-dodici mesi si viene a determinare, nei gruppi di cardiopatici anziani che hanno scelto di partecipare agli studi, una riduzione significativa della frequenza cardiaca, della frequenza respiratoria, della pressione arteriosa per livelli sottomassimali di sforzo. In questo modo il consumo di O2 miocardico si riduce e si innalza la soglia di sforzo che l’organismo può tollerare.

Scompenso cardiaco Il malato sofferente di insufficienza cardiaca può giovarsi in maniera importante dell’utilizzo della semplice metodica di respirazione addominale, profonda, tipica delle ginnastiche mediche cinesi, del Tai Chi Chuan in particolare.
Il Tai Chi, come abbiamo detto, prevede l’esecuzione di atti respiratori ampi, sostenuti dalla muscolatura addominale, con il passare del tempo e con l’esercizio di numero gradualmente minore (da 14 – 16 atti respiratori al minuto molti praticanti, in un anno, un anno e mezzo di pratica, con un ritmo di un’ora, un’ora e mezza di pratica per settimana, riescono spontaneamente a ridurre la frequenza del respiro a cinque, sei atti al minuto) e questo comporta, secondo la medicina tradizionale cinese, un aumento dell’ossigenazione dei tessuti e degli organi, la riduzione del sintomo dispnea, cioè la fame d’aria, il mancamento di fiato, tipico del malato che soffre di scompenso di cuore, una maggiore tolleranza alla fatica ed agli sforzi fisici.
Negli ambienti scientifici occidentali si sostiene che tali considerazioni e l’evidenza di un miglioramento del cardiopatico scompensato non si reggano su basi sperimentali concrete e quindi non possano essere accettate.
Recentemente, invece, “ The Lancet”, una tra le più prestigiose riviste mediche in assoluto, ha pubblicato (Maggio ‘98) la ricerca condotta da un Gruppo Pavese con rigorosa scientificità e metodo statistico. In questo studio è stato insegnato ad un gruppo di pazienti con scompenso di cuore a ridurre progressivamente la propria frequenza respiratoria da 15 atti al minuto (questi pazienti pur respirando 15 volte in un minuto presentavano fame d’aria ed una ridotta ossigenazione del sangue, proprio perché la malattia di cui sono sofferenti, lo scompenso di cuore, induce un impoverimento delle capacità polmonari) a 6 atti e quindi a soli tre atti per minuto.
La modulazione controllata dell’attività respiratoria per un solo mese, condusse ad un miglioramento della ventilazione polmonare, alla diminuzione spontanea della frequenza respiratoria anche al di fuori degli esercizi dello studio, ad un sensibile aumento dell’ossigenazione del sangue, ad una maggiore tolleranza dell’esercizio fisico, e quindi della fatica, che per questi malati sappiamo tutti che è un problema che va ad incidere sulla qualità di vita.
Questo tipo di studio va a confermare quanto la medicina cinese sostiene a proposito degli effetti terapeutici della respirazione del Tai Chi Chuan e fa da punto di partenza e di analisi per altri studi relativi ad altre patologie.

Ipertensione arteriosa Come noto da tempo, il Tai Chi Chuan, così come l’esercizio fisico aerobico, le tecniche di respirazione praticate nel Chi Kung oppure nel più noto, agli occidentali, training autogeno, sono in grado di ridurre favorevolmente la pressione arteriosa sistolica, la cosiddetta pressione arteriosa massima. Alcuni studi iniziati in Gran Bretagna nel 1996 e tuttora in corso, condotti su pazienti infartuati, sembrano evidenziare un ruolo statisticamente significativo del Tai Chi Chuan, associato ad un corretto controllo della respirazione, rispetto all’esercizio fisico aerobico semplice (corsa, passeggiata, bicicletta), nel ridurre la pressione minima (pressione arteriosa diastolica), pericolosa, qualora sia elevata, perché alla base di patologie cardiovascolari e cerebrovascolari.

Asma Una delle patologie con impatto sociale più sfavorevole nel giovane e per la quale è noto quale siano glia attuali progressi della terapia farmacologica.
Sono in corso studi che stanno confermando quanto viene asserito dalla medicina tradizionale cinese relativamente al ruolo terapeutico delle metodiche respiratorie delle ginnastiche mediche. Soggetti giovani in trattamento farmacologico per asma e sottoposti ad esercizi di Tai Chi Chuan, con particolare attenzione per la respirazione, hanno visto, in otto settimane di allenamento per quattro giorni alla settimana, regredire in maniera statisticamente significativa il numero degli attacchi asmatici.
Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nell’influenza esercitata dalla respirazione diaframmatica sul tono del sistema nervoso autonomo ortosimpatico che va a prevalere sul sistema autonomo parasimpatico vagale che a livello delle vie respiratorie esercita effetto broncocostrittore. Effetto broncodilatatore è invece esercitato dall’ortosimpatico.

La respirazione addominale tipica del Tai Chi Chuan presenta particolare efficacia nelle patologie gastro-intestinali, nel controllo della sintomatologia dell’ulcera gastro-duodenale; viene favorito un maggior apporto ematico a livello della milza e del fegato attenuando e ritardando la sintomatologia dell’epatite. Sono in corso studi per valutare possibili correlazioni della pratica di Tai Chi Chuan con la migliorata funzionalità del sistema immunitario.

In Cina ed attualmente negli Stati Uniti ed in Europa l’addestramento alla respirazione addominale e particolari tecniche di Chi Kung vengono insegnate a pazienti che andranno incontro ad interventi di chirurgia toracica e per i quali è previsto un periodo post-operatorio caratterizzato da limitate escursioni toraciche respiratorie che potrebbero essere dannose e dolorose.

Tratto da scritto di: Giuseppe Ghezzi, Dott. Andrea Baldi

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