ANSA) – ROMA, 13 LUG – Cresce l’interesse della comunità scientifica occidentale e dei pazienti nei confronti della medicina tradizionale cinese e dopo quattro anni di rigorose valutazioni scientifiche, è stato autorizzato anche in Europa il primo prodotto di medicina tradizionale cinese a base di erbe, le capsule Diao Xin Xue Kang, utilizzate in Cina per i disturbi cardiovascolari. A Bologna, durante il primo ‘Dialogue on Human Health between TCM Culture and Western Medicine Culture (TCM Dialogue)’, promosso dalla Foundation for World Wide Cooperation, diretta da Romano Prodi, è emerso un quadro in costante espansione, principalmente per due motivi: si tentano nuovi approcci al trattamento delle malattie croniche e si cercano di ridurre i costi sanitari, in rapida crescita in tutto il mondo, a causa dell’invecchiamento della popolazione. L’obiettivo dell’incontro è quello di costruire un tavolo permanente che si darà appuntamento ogni anno in un paese diverso, per costruire un nuovo modello di salute e di cura che integri la sapienza millenaria della tradizione cinese con la scienza medica occidentale. Quando si parla di medicina tradizionale cinese si intende l’agopuntura, la fitoterapia, la moxibustione (tecnica di riscaldamento di aree cutanee con prodotti vegetali), i metodi di massaggio, il Tai Chi e il Qi Gong. L’interesse per queste materie è in continuo aumento in tutta Europa. In Italia, che si dimostra fanalino di coda, il 15,6% della popolazione si rivolge a questi metodi, con preferenza per l’agopuntura e la moxibustione. Niente a che vedere con la diffusione negli altri paesi: in Germania il 90% riconosce le discipline cinesi come trattamento medico e il 39% della popolazione le ha provate almeno una volta in uno dei trenta istituti di cura dove sono riconosciute. La Gran Bretagna ha introdotto la medicina tradizionale cinese nel 2005: a oggi il numero di pazienti supera il milione, nel paese vi sono tremila cliniche che la praticano ( solo mille a Londra) e settemila sono i medici specializzati. La Francia è il paese che dedica più attenzione a queste tecniche, se si considera che quasi il 10% dei 120 mila medici francesi le utilizza. Nel mondo finora sono 70 gli stati che hanno siglato 94 accordi intergovernativi e 48 di cooperazione relativi a scambi formativi attinenti alla medicina tradizionale cinese. Negli ultimi dieci anni sono stati più di 10 mila gli studenti stranieri provenienti da tutto il mondo che si sono laureati in medicina tradizionale nelle università cinesi e più di mille hanno conseguito specializzazioni e dottorati. Oggi questa disciplina, che ha radici millenarie, riveste un ruolo importante anche nella cura delle malattie cardiovascolari, epatiche e dei tumori.
Fonte:http://www.federfarma.it/
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